Benedetti nell'abbraccio olimpico, maledetti nella stagione del mondiale. Jacobs isolato a Beaverton nella casa della Nike per cercare di guarire e capire. Gianmarco Tamberi separato in casa dal padre allenatore: «Diversità di vedute». Per il velocista dodici giorni di lavoro e silenzio in Oregon. Per la gara individuale ci proverà, per la staffetta, sta male anche Desalu, difficilmente sarà disponibile. Per Tamberi, già angosciato dai problemi alla gamba di stacco, ci mancava questo divorzio in un rapporto mai tranquillo, perché la vita del padre allenatore che segue il figlio campione non deve essere stata facile. Diciamo che la coppia è scoppiata nel momento meno opportuno, qualificazioni il 15 luglio ad Eugene. Ci viene il dubbio che i maestri di festeggiamenti, sempre troppi, abbiano esagerato con i nostri campioni di Tokio.
Ora verrà messa in discussione anche la gestione tecnica familiare, aspettando che Tortu ci conforti nella sua avventura sui 200 metri. Con la Palmisano fuori dal mondiale per infortunio non ci resta che sperare nella conferma dell'altro marciatore d'oro Stano. Perso Sibilio che era una speranza di finale nei 400 ostacoli non sapremmo davvero su cosa puntare a Eugene. Sfortuna nel gestire troppa popolarità a cui forse non erano abituati. Restano pochi giorni per capire.
I tifosi del Tamberi che in pedana, spesso, inventa capolavori, sperano che dal veleno della discissione possa risorgere un cavaliere. La stessa cosa per Jacobs. Il tempo è poco. Si chiamano vigilie infelici e un mondiale senza medaglie, per un'atletica che sembrava rivitalizzata, spaventa adesso chi, forse, doveva preoccuparsi molto prima.
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