Immaginatevi un giocatore di poker che, dopo aver perso quasi tutto per colpa di carte brutte e scelte, se possibile, anche peggiori, si trovi nelle condizioni di dover andare in all-in per dare un senso a tutta la partita. Ecco, domani sera il Milan vestirà i panni di quel giocatore di poker, ma dovrà farlo in uno stadio in cui non ha mai vinto contro la squadra più forte che schiera il più forte di tutti, e senza tre pedine fondamentali: Castillejo, Hernández e Ibrahimovic. E per di più dopo uno scontro fra il suo giocatore più rappresentativo, Ibra, e l'ad Gazidis. Sulla carta nulla da perdere. Però il Diavolo poteva presentarsi più sereno a questa partita.
Dopo l'1 a 1 dell'andata, per il Milan conquistare la finale di Coppa Italia sembra dunque una missione, se non impossibile, quantomeno complicata, ma se ci dovesse riuscire l'annata rossonera fatta di tante ombre vedrebbe una piccola luce. Insomma, mentre gli italiani pensano alla prima spiaggia della stagione, il Milan si trova di fronte all'ultima e si presenta allo Stadium sapendo di aver poco da perdere, ma in una situazione tecnica e societaria piuttosto incerta. C'è infatti un bel punto di domanda sul destino di tanti giocatori, Ibra in primis, dell'allenatore (Rangnick pare sempre più vicino) e dei dirigenti, con Maldini dubbioso se restare o fare come Boban e lasciare la società. In tal caso rimarrebbe il solo Gazidis, prediletto di Scaroni, che ieri ha avuto un aspro confronto con la squadra (assente Maldini). Gazidis ha annunciato che il club ha accettato la proposta per la riduzione degli stipendi, 50% in meno nella busta di aprile, ma molti sono stati i malumori tra la squadra, rappresentata dai leader Ibrahimovic, Bonaventura e capitan Romagnoli. Nel mirino il clima di incertezza sulla panchina e l'assenza di Gazidis stesso che non si vedeva a Milanello da tre mesi con Ibra che gli ha fatto notare la poca tempestività di una visita a 48 ore dalla semifinale, ricevendo dall'ad scuse e la promessa di essere più presente in futuro. Mentre sul nodo stipendi, alla giustificazione di Gazidis di aver atteso le normative federali, lo svedese ha glissato con un polemico «Non è più il Milan di una volta».
Il presente e il futuro del Milan, comunque, passano per domani sera. Magari una vittoria non mischierà le carte, ma permetterebbe ai rossoneri di dare una svolta alla stagione e provare a conquistare quell'Europa che in campionato sembra sfumata.
Ma al tavolo da poker ci sarà anche la Vecchia Signora. La Juve di Sarri ha tanta voglia di tornare in campo, per dimostrare ancora una volta di non avere rivali in patria, ma anche per allontanare tutte le voci di mercato e di rinnovi che hanno dominato le ultime settimane. Pjanic, Rabiot, De Sciglio, Higuain e Dybala sono solo alcuni di quelli finiti al centro di presunte trattative che li porterebbero lontano dal club bianconero. Ma fino all'ultima gara della stagione, che a Torino sperano sia la finale di Champions, tutti dovranno farsi trovare pronti e giocare per vincere, a partire da domani.
Ci penserà, come sempre,
Cristiano Ronaldo a dare l'esempio, provando a ritrovare la clamorosa condizione che aveva prima della pausa, quando aveva segnato 16 gol nelle ultime 12 partite, di cui 10 allo Stadium. Lui, che sia calcio o poker, non perde quasi mai.
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