Iserlohn - Gli parli del bellissimo gol nella semifinale europea contro la Spagna tre anni fa e i suoi occhi si illuminano. Ma già contro l'Austria, nel dentro o fuori degli ottavi, Federico Chiesa mise la sua impronta sull'avventura trionfale degli azzurri: entrato dalla panchina poco prima del 90', ci fece passare dalla paura alla gioia con il gol nei supplementari. Lui, come papà Enrico 25 anni prima, a segno in una fase finale dell'Europeo.
Nel 2021 era all'apice, peccato per quell'infortunio al crociato sette mesi dopo all'Olimpico, il campo dove gli azzurri iniziano a costruire la scalata vincente all'Europeo. «A 26 anni voglio tornare fra i top e dimostrare già in quest'Europeo di che pasta sono fatto», così lo juventino, trait d'union insieme ad altri otto azzurri della truppa spallettiana. Con il nuovo Ct, che a novembre prima del match contro la Macedonia lo aveva definito «il nostro Sinner», è scalato indietro nelle gerarchie, colpa di una posizione in campo che Spalletti fatica a trovargli (vedi le ultime prove a Iserlohn). «Nel club giocavo più dentro al campo, mentre il Ct mi dà libertà sia di accentrarmi che di giocare largo sulla fascia», così Chiesa. Ora sul mercato, perchè anche Thiago Motta non lo vede inserito nel suo modulo tattico.
Ma lui pensa solo a un bis azzurro da firmare. «Fa piacere ripensare a quello che abbiamo fatto, ora però dobbiamo iniziare un nuovo torneo con un girone che sarà tosto. Quest'Italia è forte, è un grande gruppo, come a Euro 2020 questa fu la nostra forza e lo sarà ancora». Da Chiellini e Bonucci alle nuove leve... «Giorgio e Leo sono stati dei campioni assoluti, ora abbiamo ragazzi giovani molto bravi, Buongiorno e Calafiori ad esempio possono diventare due top player. E poi c'è l'esplosione di Scamacca, mi trovo bene con lui, parliamo spesso anche fuori dal campo». E poi i compagni di avventura del 2021, uno su tutti: «Quando facciamo le esercitazioni sul possesso di palla, spero sempre di essere in squadra con Jorginho perchè non la perde mai».
Infine quel paragone un po' scomodo con il tennista altoatesino diventato numero uno del mondo: «Mi ha fatto piacere ma lui gioca uno sport individuale.
Sinner, visto da fuori, sembra un bravo ragazzo con la testa sulle spalle che aveva solo in mente una cosa, essere primo, e ce l'ha fatta». Un esempio per una Nazionale che vuole stupire nonostante il fatto di essere un po' sottovalutata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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