Juve, non solo l'Apache Toro con i nuovi gemelli

Tevez-Vidal e Cerci-Immobile: 43 gol in quattro per far sognare tutta Torino. Dominano la classifica cannonieri dietro Rossi e Berardi. E aspettano il derby... 

Juve, non solo l'Apache Toro con i nuovi gemelli

Torino città magica. Considerata tale in virtù di vari fattori tra cui molte sculture simboliche collocate in vari punti della città, nonché dal trovarsi all'incrocio di due fiumi, il Po e la Dora Riparia, che rappresenterebbero il Sole e la Luna. Torino città anche capace di ridere, almeno quest'anno e parlando di calcio: la Juventus è lassù che maltratta tutti e prende a sculacciate chiunque si presenti allo Stadium (undici vittorie in altrettanti impegni casalinghi), il Toro si è finalmente spostato nella parte sinistra della classifica in maniera stabile e non pare avere nessuna intenzione di tornare a patire. Rispetto a quello che sta passando Milano, c'è di che strabuzzare gli occhi: 92 punti contro 62, 89 gol fatti contro 74, 44 reti prese contro 59 e avanti così. Pare di essere tornati alla metà degli anni '70, quando lo scudetto era affare che si decideva tra bianconeri e granata: vincevano spesso i primi, ma i secondi non mollavano mai e in un'occasione ebbero anche loro di che gioire. Erano i tempi dei gemelli del gol, di Graziani e Pulici contro Zoff, di Bettega contro Castellini e di una città che era Fiat e poco altro: oggi la Fiat si è trasformata, la città pure e le squadre di calcio anche. Dopo di che, la Juve rimane il nemico pubblico numero uno per chi tifa Toro mentre il Toro è solo uno dei tanti avversari per chi tifa Juve: amici mai, semmai vicini di casa che almeno a livello dirigenziale si portano rispetto.

Di questo passo, poi, a fine stagione entrambe le squadre rischiano di centrare qualcosa di storico: la Juve il terzo scudetto di fila che manca dagli anni '30, il Toro un approdo europeo che nell'era Cairo non c'è mai stato e la cui ultima volta risale all'effimera presenza nell'Intertoto dell'estate 2002.

In attesa del derby che andrà in scena tra tre domeniche, c'è di che sorridere e continuare a vincere: la Juve contro Verona e Chievo, il Toro contro Bologna e Verona. Fattibile: certamente non impossibile. Specie se là davanti i soliti noti continueranno a timbrare il cartellino: le coppie Tevez-Vidal (11 a testa) e Cerci-Immobile (10 e 11) hanno finora realizzato complessivamente 43 reti e poco importa se si tratta di abbinamenti anche un po' strani. Nel senso che a inizio stagione il pur fenomenale Vidal non era accreditato di tanta prolificità né si poteva pensare che i due granata permettessero ai loro tifosi di non arrossire rispolverando il paragone con i gemelli del gol originali. Addirittura, rimanendo all'analisi del primo anno insieme, i due attaccanti di Ventura faranno meglio dei loro predecessori, i quali nel 1973-74 si fermarono a 21 gol: facile infatti pensare che di qui al termine del campionato almeno un altro gollettino riusciranno a collezionarlo. «Voglio tenere entrambi», ha già detto Cairo. Capace lo scorso anno di riscattare Alessio Cerci dalla Fiorentina per 4 milioni e pronto a fare altrettanto tra qualche mese con la Juve per diventare unico proprietario di Ciro Immobile: peccato però che la comproprietà sia “libera” e che non esistano cifre prefissate. C'è insomma il rischio delle buste, a meno che le due dirigenze trovino accordi paralleli: si sa per esempio che a Conte piace proprio Cerci, il cui trasloco sull'altra riva del Po provocherebbe a questo punto scintille in stile sabaudo.

Meglio allora per il momento limitarsi all'oggi: alla corsa verso il Mondiale che i due granata stanno compiendo, a Tevez che sull'argomento non si esprime

pur sperandoci ancora, a Vidal che invece già sa di essere un punto fermo per il suo Cile nell'avventura brasiliana. Prima, però, il campionato: dove la città di Torino - segnando e sognando - ha davvero di che sorridere.

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