Contrordine, signori del calcio: per giocare, in caso di positivi nel gruppo squadra, non basterà avere 13 negativi portiere compreso ma bisognerà calcolare una percentuale entro la quale scatterà l'isolamento. È questo il nuovo indirizzo - che di fatto supera il protocollo di recente approvato dal consiglio di Lega serie A - emerso ieri al culmine della riunione tra governo (presenti i ministri Gelmini e Speranza e il sottosegretario Vezzali), regioni (il presidente Fedriga) e lo sport (Giovanni Malagò presidente del Coni e Maurizio Casasco della federazione medici sportivi). Diventerà operativo solo dopo altri due passaggi successivi: oggi arriverà sul tavolo della conferenza stato-regioni e venerdì riceverà il bollino dal Cts. È il successo della linea di Urbano Cairo, presidente del Torino da sempre contrario al protocollo preparato in tutta fretta giovedì 6 gennaio. In pratica diventerà la nuova circolare ministeriale a cui dovranno attenersi le Asl e che sostituirà quella del 18 giugno 2020 firmata dal ministro Speranza per dare vita alla ripresa del campionato in piena epoca covid. Da stabilire, con precisione, l'ammontare della percentuale. Due cifre sono rimaste sul tavolo durante la riunione di ieri: 50% o 40%.
L'adozione di questo nuovo parametro è diventata indispensabile perché il provvedimento deve riguardare non solo il calcio ma tutto gli sport di squadra, visto che anche basket e volley sono stati coinvolti nella trascrizione delle regole d'ingaggio. Non più un numero fisso, dunque poiché le rose sono diverse da sport e sport, ma una percentuale. Un altro punto è stato chiarito ed è il seguente: la distinzione netta tra il gruppo squadra (solo atleti) e le altre componenti che lavorano con i club così da evitare che nel conteggio dei positivi le Asl possano sommare calciatori e fisioterapisti o massaggiatori. Introdotta inoltre la modalità secondo la quale è possibile - per gli sportivi - allestire una bolla nel tragitto tra casa e sede di allenamento.
Il nodo infine da sciogliere è rimasto quella della mascherina. I calciatori, già dotati di booster, nel caso risultassero a contatto stretto con eventuali positivi, dovrebbero allenarsi con la protezione: come si capisce, se ciò è possibile in altri ambienti di lavoro, è impraticabile nell'attività fisica all'aperto. Caso didascalico (dopo i precedenti dei calciatori del Bologna Soumaoro e Sansone impossibilitati a partire per Cagliari per la gara andata in scena ieri) è quello del portiere della Juve, il polacco Wojeciech Szczesny che non giocherà titolare stasera nella finale di Super-coppa a San Siro (al suo posto Perin) perché vaccinato con prima dose da qualche giorno e in attesa di ricevere il relativo certificato.
La spiegazione di Allegri è in questo senso illuminante: «Arriverà allo stadio all'ultimo momento visto che dobbiamo seguire un protocollo preciso. Lui è l'ultimo ad essersi vaccinato ed è in attesa del green pass». E intanto un altro calciatore dell'Udinese in campo domenica contro l'Atalanta è risultato positivo al Covid.
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