Corsa scudetto frenata. L'Inter stecca la nona contro il cuore Atalanta

Dopo 8 vittorie Inzaghi fermato da una Dea in emergenza assoluta. E Gasp sfiora il colpo

Corsa scudetto frenata. L'Inter stecca la nona contro il cuore Atalanta

Il risultato che nessuno voleva e che tutti hanno provato a evitare, invece Atalanta-Inter finisce 0-0 e stasera Inzaghi può subire il sorpasso di Pioli, pur con la partita di Bologna ancora da giocare. L'Atalanta tiene sotto la Juventus, ma è magra consolazione, vista la possibilità sfumata di avvicinare in classifica i campioni d'Italia che fermano a 8 la striscia di vittorie consecutive.

Gasperini, già senza Zapata, Gosens, Mahele e Toloi, nelle ore di vigilia perde anche Ilic, Hateboer e Malinovski. Inzaghi mette a riposo De Vrij, non brillante contro Lazio e Juventus. Poi ci sono Sanchez al posto di Martinez e Darmian per Dumfries. L'Inter può scegliere con chi giocare, ma non come farlo, perché la pressione dell'Atalanta è subito asfissiante. Gasperini per una sera rinuncia alla difesa a 3 e con Djimsiti e Pezzella, larghi e molto alti, blocca a Inzaghi la principale fonte di gioco. In mezzo duelli praticamente a uomo (Freuler-Brozovic, De Roon-Calhanoglu, Koopmeiners-Barella) con l'Inter in netta difficoltà a cominciare come da abitudine consolidata l'azione dal basso per l'azione coordinata di Pasalic e Pessina e per conseguenza Handanovic obbligato al lancio lungo per gli attaccanti. Un canovaccio che dura un'ora abbondante e nel quale, per capirci, sarebbe andato a nozze il miglior Lukaku: tanto spazio come l'Inter quest'anno non aveva mai avuto. Ma è una conseguenza della pressione atalantina e non solo una scelta di Inzaghi. Per Dzeko qualche pallone sporco, un tiro alto, un colpo di testa fuori, ma soprattutto il coro becero di una minoranza dei 5.000 spettatori presenti («sei uno zingaro») che il centravanti zittisce platealmente. Non dovrebbe essere impossibile identificare quel manipolo di stupidi e ignoranti.

Il primo tempo partorisce un paio di topolini, il primo forse non sarebbe nemmeno sopravvissuto al Var: paratona di Musso su Sanchez, ma dopo intervento molto dubbio in danno di Muriel, e paratina a terra di Handanovic sul colpo di testa di Pessina. Poi molta corsa, un po' di botte, qualche ingiustificata richiesta di rigore (Pasalic dopo contatto con Perisic).

In avvio di ripresa, il pressing di Freuler toglie fiato e lucidità a Brozovic, che perde il pallone e favorisce Pessina: uno contro uno con Handanovic, bravissimo in uscita sul tiro in verità non perfetto dell'atalantino. Scampato il primo vero pericolo della partita, l'Inter si scuote e cresce, approfittando anche della fatica che comincia ad affiorare nella sfida e dovrebbe la favorisce, perché teoricamente frena l'Atalanta. Del resto, mai come stavolta può esserci differenza tecnica tra le panchine di Inzaghi e Gasperini. Salvataggio di Pezzella su Darmian, dopo numero di Dzeko, e poi subito dentro a metà tempo Vidal, Dumfries e Correa. Poi Lautaro Martinez.

E la partita cambia registro: Dzeko, Vidal, D'Ambrosio, l'assalto dell'Inter è tambureggiante, occasioni si sommano a occasioni, l'Atalanta è costretta a difendersi, ma con Pasalic 2 volte e con Muriel (erroraccio di Bastoni) spaventa ancora l'ottimo Handanovic. L'ultimo rimpianto è per il destro fuori misura di D'Ambrosio.

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