Claudio De Carli
Magari adesso Cristiano Ronaldo ribalta anche Osvaldo Soriano. È sempre meglio pensare con la testa piuttosto che con i piedi. Se il 18 giugno a Parigi avesse messo dentro quel rigore contro l'Austria finito sul palo, oggi sarebbe in assoluto il goleador degli Europei con 10 reti. Ma sarebbe finito nel tabellone di destra a sfidare l'Inghilterra e poi eventualmente la Francia e la Germania prima di tornare a Parigi per la finale. Un percorso un po' più complicato. Così invece è girato tutto al contrario e mercoledì sera ha potuto fare come Pelè contro l'Italia all'Azteca, colpo di reni, sospensione, levitazione, incornata, gol. Gareth Bale è sul primo palo, ma questa volta non esulta. Un gesto sacro, a noi ricorda Pelè, ma anche Marco Materazzi al mondiale con la Francia. Non si tratta di stabilire abilità o fortuna, neppure la distanza, qui è magia, istantanee mutazioni genetiche, poteri. Non è il record ma il gesto, Ryujiro Ueda dei Fagano Okayama ha segnato di testa da 58,6 metri superando il precedente del norvegese Jone Samuelsen, solo 57,3 metri, ma la complicità dei due portieri è patetica.
I portieri giudicano il colpo di testa in assoluto il tiro più pericoloso, è al volo, imprevedibile, niente di canonico, mai uno uguale all'altro. Frank Webbe docente alla Florida University e arbitro per dodici anni, dopo averci perso la testa in ricerche e sperimentazioni, è arrivato alla conclusione che i calciatori con un'alta percentuale di colpi di testa perdono in concentrazione, flessibilità cognitiva e in generale abbassano il loro funzionamento intellettivo. Questo ha portato ad alcuni orrori tipo il divieto da parte della federazione americana di colpire il pallone di testa ai ragazzi minori di 13 anni, spinta anche dalla preoccupazione dei genitori per i loro figli e le conseguenze sul loro crapino. Da quelle parti la testa è tenuta in grande considerazione, fra le normative vigenti a New York c'è anche il divieto, per le donne, di addormentarsi dalla parrucchiera con la testa sotto il casco. È tutto vero e si incorre in multe ingenti. Qualcuno ricorda le polemiche bizzarre sollevate ai tempi di Roberto Boninsegna, grande specialista, quando un tricologo si mise a contargli il numero di capelli che perdeva ad ogni colpo di testa.
In Inghilterra l'hanno messa ancora più seria dopo la morte di Jeff Astle, attaccante del Wba, famoso per le sue reti aeree che gli procurarono, si voleva dimostrare, un problema degenerativo al cervello. Correlazione mai dimostrata. Un gran numero di esperti hanno dato ragione alla famiglia Astle che ha fatto causa alla Fa a fronte di una serie di dati sugli anni '60, quando i palloni erano molto più pesanti e stringati con cuciture che sporgevano sul cuoio. Di certo un colpo di testa dato con tecnica perfetta non ha effetti negativi, dipende chi esegue cross e incornata.
Stanley Matthews, l'highlander che giocò 33 anni a livello professionistico, un giorno cercò di fare chiarezza: «Adoro i lanci che mi fa Mortensen dalla destra, la sua è un'abilità unica, riesce a crossarti il pallone in modo che quando ti arriva sulla testa la cucitura sia dalla parte opposta». Tutto questo ce lo ha ricordato il gol di Ronaldo mercoledì sera contro il Galles.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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