Se la provincia fa la voce grossa e ribalta il pronostico sul campo. Negli anni Novanta per una squadra neopromossa o semplicemente senza blasone battere una big era impresa davvero ardua, visto il divario tra chi ambiva a vincere lo scudetto e chi invece doveva lottare per restare in serie A. Storici i successi - tanto per fare alcuni esempi - del Verona (diventata fatale per i rossoneri) sul Milan nel 1990, del neopromosso Ancona di Guerini che nel 1992 battè per 3-0 l'Inter e del Pescara che l'anno dopo rifilò un pesante 5-1 alla Juve - con gol su rigore di un giovane Allegri -. Ma di vittorie esterne nemmeno a parlarne. Da quando le squadre del massimo campionato sono diventate 20 (stagione 2004-2005) e i tre punti per vittoria erano una realtà consolidata (l'introduzione in quella 1994-1995) è diventato più facile assistere a risultati a sorpresa.
Persino lo Stadium della Juventus, nella sua vita ormai più che decennale, è ormai un fortino espugnabile anche da parte delle cosiddette piccole (vedi Benevento, Empoli, Sassuolo negli ultimi campionati fino al colpaccio del neopromosso Monza domenica scorsa, con i brianzoli vincitori sulla Signora anche in casa). E pure a San Siro capita che Inter e Milan inciampino con squadre di valore tecnico inferiore: ancora il Sassuolo, due volte vincente in casa rossonera, l'ultima quattro giorni fa, e il sempre meno sorprendente Empoli che ha subito spento il sorriso nerazzurro per il trionfo nel derby di Supercoppa, tanto per fare gli esempi di questo campionato. Il Napoli ha lasciato un punto al Lecce sul proprio campo agli albori della stagione, la Lazio addirittura quattro al solito Empoli e alla Salernitana. Insomma, la provincia del calcio ci ha preso gusto a fare gli sgambetti alle grandi.
Poi c'è il caso della Cremonese, ultima e ancora senza vittorie in campionato: gli unici «acuti» nell'era Alvini il pareggio casalingo con il Milan e quello esterno sul campo dell'Atalanta. Il cambio tecnico, con l'arrivo sulla panchina il 15 gennaio di Davide Ballardini, ha portato invece una squadra lombarda implacabile nelle gare da dentro o fuori. Ed ecco servito il doppio colpo in Coppa Italia dove il cammino era stato tortuoso (3-2 alla Ternana dopo la rimonta umbra, 4-2 al Modena con tanto di supplementari): prima il successo al Maradona con il Napoli dominatore in Italia e nel suo girone di Champions, poi quello all'Olimpico con la Roma di Mourinho. Che ha avuto l'effetto di scombinare il calendario nella parte destra della competizione. Lombardi in semifinale dopo 36 anni e qualcuno ha già trovato delle analogie con quanto accadde nella stagione 1986-1987, visto che anche allora l'Argentina vinse il Mondiale e il Napoli si prese lo scudetto. L'ultima neopromossa in A capace di arrivare così avanti nella Coppa nazionale è stato il Cagliari nell'annata 2004-2005 con Arrigoni in panchina e Zola in campo.
Fu l'Inter di Roberto Mancini, Vieri e Adriano a spegnere il sogno dei sardi nel ritorno a San Siro dopo l'1-1 dell'andata.Domani all'Olimpico la Roma ospiterà l'Empoli, domenica 12 poi il bis in serie A di Napoli-Cremonese: Mourinho e Spalletti fanno già gli scongiuri...
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