Il ct O'Shea guida l'Italia all'assalto della sua Irlanda

Roma. C'era anche Conor O'Shea in campo a Dublino quando l'Italia si prese per la prima volta lo scalpo irlandese. Maglia numero 15 per l'attuale cittì azzurro chiamato a ridare certezze all'ovale italico. Dopo la storia scritta a Firenze con la vittoria shock sul Sudafrica, le sconfitte contro Tonga e Galles hanno di fatto riportato il rugby azzurro nel regno degli interrogativi. Con il Galles è andata male a dispetto di un primo tempo incoraggiante chiuso anche in vantaggio. La differenza l'ha fatta la disciplina, i calci di Halfpenny e un cartellino giallo pesante come un macigno nell'economia del match.

Contro l'Irlanda (calcio d'inizio ore 15.30 diretta Dmax) sarà forse anche peggio. Squadra più quadrata quella del neozelandese Joe Schmidt. Si è permessa il lusso di battere a novembre gli All Blacks ma al debutto nel Championship non ce l'ha fatta a piegare la resistenza della Scozia nel tempio di Murrayfield. Contro l'Italia Schmidt non rischia la stella Sexton e la freccia Trimble. Gli azzurri invece recuperano Favaro in terza linea ,con Van Schalkwyk e Ghiraldini che tornano a puntellare la spina dorsale di una conquista che nella rimessa laterale vede gli azzurri messi un po' meglio. «L'Irlanda è una squadra che sa adattarsi bene al gioco degli avversari.

spiega capitan Parisse Sono imprevedibili e capaci di segnare mete anche in prima fase». O'Shea ha parlato di una montagna da scalare in 80 minuti cercando di ritrovare quella intensità e quel carattere visto nel primo tempo contro i gallesi. Non sarà facile ma vale la pena provarci.

Paolo Bugatto

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