A poco più di un mese dalla scadenza naturale per la presentazione del bilancio (30 giugno), il Milan può replicare uno stato di salute economico-finanziario da definirsi eccellente specie se paragonato allo scenario della serie A. I ricavi sono saliti oltre la soglia dei 420 milioni, il monte-stipendi, al netto di eventuali plusvalenze, è rimasto sotto controllo con 122,30 milioni, inferiore a Inter (184,79 milioni) e Juve (238,6). Al contrario può esibire una spesa di 150 milioni in 3 anni sul fronte calcio-mercato, al netto delle cessioni. Non mancano le rogne tipo l'indagine della procura avviata a causa della bozza prodotta per investitori arabi da un dipendente del ramo amministrazione (Aldo Savi licenziato in tronco, ndr). Nei quasi 5 anni di gestione prima Elliott e oggi RedBird i risultati sportivi conseguiti non sono stati disastrosi: 1 scudetto, 2 secondi posti, 1 semifinale di Champions. Il merito - poche storie - è del format calcio-sostenibile applicato contro ogni previsione dai gestori del club (prima Gazidis e oggi Furlani).
Eppure domenica pomeriggio, col Genoa (altro pareggio), c'è stata la contestazione plateale dello stadio e in particolare della curva sud con striscioni e fuga a 20 minuti dal fischio finale, una sorta di abbandono biblico. Che non poco ha influito sull'umore oltre che sul rendimento del team andato sotto due volte e poi raggiunto dopo l'ennesimo colpo di coda a dimostrazione di una fragilità temperamentale e difensiva.
Lo sviluppo di questo riassunto delle puntate precedenti è il seguente: con questi numeri, che riguardano anche la fedeltà del pubblico (42 mila abbonati, stadio sempre esaurito in campionato e coppe), il Milan può contare su un tesoro che ora rischia di disperdere. La contestazione è conseguenza diretta di un secondo posto lontanissimo dalla vetta oltre che dalla striscia di derby persi e della depressione dell'ambiente, di qui la necessità di una scelta che riporti entusiasmo e fiducia nella gestione del Milan. Fiducia che sarà - secondo i propositi di casa Milan - dimostrata dal prossimo mercato con scelte di qualità. Per una volta si può tradire il format puntando a un allenatore che non riscuote esattamente il gradimento teorico del club ma che ha sull'ambiente l'effetto di potente ricostituente (Antonio Conte, ndr).
Il Milan invece si orienterà altrove senza far uscire una sola sillaba del successore di Stefano Pioli per rispetto di quest'ultimo e per non cedere alle pressioni dei media che ogni giorno sfornano nuovi profili.
L'ultimo è il portoghese Sergio Conçeicao, attualmente al Porto, promosso a pieni voti da Costacurta (ho visto giocare benissimo contro l'Arsenal) al contrario di Lopetegui ormai volato in Inghilterra verso la panchina del West Ham e mai sotto contratto con i rossoneri.