"Dedicato a tutti i papà". Jacobs, dopo i Giochi anche l'oro ai Mondiali

Marcell vince i 60 m al fotofinish su Coleman con record europeo (6''41) e prenota il titolo dei 100

"Dedicato a tutti i papà". Jacobs, dopo i Giochi anche l'oro ai Mondiali

La primavera di Marcell Jacobs comincia in anticipo nel giorno degli italiani. Per il nostro campione olimpico il capolavoro nella finale dei mondiali indoor sui 60 metri dentro la grande arena di Belgrado. Filo tricolore che lega la pole position della Ferrari dopo tanto tempo, il successo dei rugbisti azzurri in Galles dopo una sbornia di veleni. Su quella striscia rossa, 60 metri che parevano stretti per il suo fisico, i suoi bei muscoli, ha camminato sulle nuvole con i suoi 29 passi tutti d'oro. Adesso non potranno dire che non lo conoscono, lui ha saputo uscire alla grande dal solone delle feste, la comfort zone, come ha detto, mettendosi in gioco contro avversari che sul breve sembravano avere di più. Era pronto anche a farsi battere dagli americani sempre increduli, ma dalla batteria del mattino (653 senza strafare).

Nelle semifinali del pomeriggio ha mandato un messaggio forte ai due americani, senza scomporsi dopo una falsa partenza del giapponese Tada, ritoccando con 645 il primato italiano fatto l'anno scorso vincendo l'europeo indoor di Torun che gli aveva aperto scenari poi diventati fantastici a Tokio.

Nella finale ha sentito soltanto la musica del cuore e non ha mai guardato Bracy e Coleman che stavano di fianco alla sua quinta corsia. Testa bassa per mettersi subito in azione, riprendere Coleman, il campione uscente anche dalla prigione dell'antidoping, senza sentire il rumore sordo delle zampate di Bracy. Ha lasciato che la sua mente lo liberasse dal dubbio che la gara fosse troppo corta: sul traguardo eccolo campione in 641, accidenti, primato europeo portato via ai poveri inglesi dei borbottamenti, tre millesimi per lasciare l'uomo che nel 2019 vincendo il mondiale aveva superato i suoi sogni prima di essere incatenato dai suoi incubi. Lunga attesa per leggere il photo-finish, ma Camossi, davanti al televisore sapeva già che il ragazzo talentuoso che aveva dovuto lasciare i salti per troppi infortuni, iniziando con lui il percorso della fatica e della sofferenza, adesso nel grande clan ha pure l'oro che l'allenatore goriziano si prese nel 1991 vincendo il mondiale del triplo.

Una notte da vivere camminando fra l'albergo e la grande arena nella città bianca, pensando a cosa doveva fare per far sorridere i suoi figli in tribuna nella festa del papà perché «è dedicato anche a loro questo oro» dice e fa capire dopo aver abbracciato il suo piccolo. Volate, pensieri, ritorno nel tunnel fino al canto libero per questa vittoria che adesso non sorprenderà chi lo aveva persino escluso dall'elenco dei migliori atleti del mondo nell'anno dei suoi ori olimpici. Bravo Marcello nel giorno dove i nostri pesisti venuti da lontano si sono scambiati il record italiano indoor, ora è di Weir con 21.

67, sesto davanti a Ponzio a cui ha tolto il primato, in una gara stellare, con tre uomini sopra i 22 metri vinta a sorpresa dal brasiliano Darlan Romani nato nello stato di Santa Catalina, ma sicuramente con qualche goccia di sangue italiano, sul colosso Crouser che sembrava imbattibile e il neozelandese Wals.

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