Ve li ricordate testa contro testa, nella notte del derby di coppa Italia, 26 gennaio 2021 la data? Scintille tra i due e accuse in libertà di razzismo, poi smentite, nei confronti dello svedese provenienti dalla solita pozzanghera dei social. Il quarto di finale si concluse così: Ibra espulso per secondo giallo dopo il precedente guadagnato al culmine del duello rusticano con il belga, Eriksen con una perla di punizione dal limite tolse la ragnatela al sette di Tatarusanu e cominciò a guadagnare tutto il credito possibile presso il popolo dei tifosi. Bene: son passati giusti tredici mesi da quella notte, ed ecco che a poche ore dal derby, questa volta semifinale di coppa Italia, sfida d'andata, c'è chi comincia a coltivare la nostalgia canaglia per quei due giganti che incarnarono in qualche modo la stagione. Già perché, diciamola tutta, adesso che l'Inter di Simone Inzaghi continua a tradire stenti in attacco, gli assalti di Lukaku servirebbero eccome specie se i ricordi sono concentrati con il girone di ritorno della stagione tricolore di Antonio Conte. Fu proprio il tecnico leccese, a un certo punto, a cambiare sistema di gioco e anche strategia tattica. Niente più pressing alto e squadra spostata in avanti di 20 metri per mettere al riparo quella difesa non proprio velocissima. All'Inter dei nostri giorni Dzeko e Lautaro, più Sanchez e Correa di scorta, sono stati celebrati per mesi e oggi processati mentre Lukaku sta vivendo nel Chelsea settimane complicate, relegato in panchina perché Tuchel non lo considera adatto alle caratteristiche dei Blues.
Ibra invece è sempre a Milanello alle prese con l'infiammazione al tendine che lo tormenta da settimane. «È più lento del previsto il recupero» l'ultima informazione passata da Stefano Pioli che nel frattempo si è arrangiato abbastanza a tal punto da produrre una statistica secondo la quale, nelle giornate d'assenza dello svedese, il Milan è riuscito a fare addirittura meglio come media punti. Sarà. I numeri di solito non tradiscono ma in questi ultimi tornanti del campionato, Ibra sarebbe manna caduta dal cielo per l'attacco rossonero che riesce a scatenare solo Leao e il suo estro discontinuo. Zlatan lo sa e ieri ha rilanciato: «L'Italia la mia seconda casa. Mi spiace se per il momento non riesco a giocare, e questo mi dà tanto dolore, soprattutto ora che la squadra sta andando bene, anche se meno bene nelle ultime due partite. Voglio esserci e aiutare la squadra, da quando sono arrivato qua stiamo facendo grandi cose e ora manca solo una cosa: vincere trofei. Non mollo fin quando non vinco con questa squadra». È previsto per Napoli il rientro, saltando anche il derby di domani sera, appannaggio di Giroud che nel precedente di campionato si è guadagnato la stima e la riconoscenza per quei due gol, uno in scivolata dopo la spallata a Sanchez, l'altro in giravolta col sinistro dopo aver fatto sbandare De Vrij, andati per traverso agli interisti.
Per Lukaku, secondo suggestioni, c'è stato chi si è spinto fino a immaginare un improbabile ritorno che non tiene conto di bilancio (nerazzurro) e stipendio del belga (12 milioni netti a stagione), impraticabile ormai dalle nostre parti. Per Ibra invece c'è la scadenza del futuro da affrontare tra qualche tempo e che- come ripetono Maldini e Pioli in coro- dipenderà solo e soltanto dall'interessato.
Il quale è il primo a interrogare il proprio fisico proprio in questi giorni durante i quali si sfoga con qualche post su Instagram facendo vedere allenamenti notturni oppure esercizi fisici che esaltano la sua tartaruga. Dell'uno e dell'altro, Milan e Inter avrebbero un disperato bisogno: il belga è lontano, lo svedese più vicino ma non ancora al meglio. E bisognerà allora accontentarsi del ricordo di quella notte, testa contro testa.
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