Roma - Max Allegri e la sua Juve superano alla grande la prova Capitale e rispondono subito alla Roma, rimasta aggrappata ai bianconeri in classifica per poco meno di tre ore dopo il raid vincente di Bergamo. Tre azioni in velocità, efficaci quanto precise, e il condottiero dei bianconeri può continuare la sua migliore serie da allenatore 12 vittorie su 16 partite e fuga le preoccupazioni, espresse dallo stesso tecnico, sulla partita giocata dopo la sosta. A ottobre arrivò qualche colpo a vuoto, stavolta la marcia riparte spedita e per di più con la conferma del modulo che sta segnando la netta censura con l'era Conte: il nuovo modulo con la difesa a 4 e ad albero di Natale, battezzato in trasferta dopo il trionfale varo casalingo contro il malcapitato Parma. Una grande prova di forza e un buon viatico per la difficile e decisiva trasferta di Champions a Malmoe, primo crocevia stagionale.
Al netto di una tradizione favorevole (mai perso contro i biancocelesti in campionato dal 2003 e 12 partite consecutive con gol all'Olimpico) e di un allenatore mai vittorioso sulla Juve, la truppa di Allegri supera con una grande prova di forza un esame alla vigilia insidioso con una squadra (quella del collega Pioli) ferita nel viaggio a Empoli dopo una bella serie di risultati. E se agli albori del match si è ammirata una Lazio coraggiosa, alla lunga la differenza tecnico-tattica è emersa scavando un netto divario nel punteggio. E protagonisti all'Olimpico sono due giganti della pedata: quel Pogba, fresco di rinnovo del contratto per altri 5 anni, che si regala una doppietta, e Carlitos Tevez ormai a un passo dalla doppia cifra realizzativa in campionato. Proprio contro la Lazio, l'argentino aveva messo il suo primo sigillo in bianconero, con quella di ieri è già a quota 32 di cui 15 (praticamente la metà) lontano dallo Stadium bianconero.
La Lazio attendeva dalla partita con la Juve una risposta sulle reali ambizioni da nutrire in questa stagione. L'esito del match dice che il gap è ancora alto rispetto alle big della classifica e il secondo stop consecutivo frena anche (almeno per ora) le velleità da Europa della truppa biancoceleste.
La Lazio parte in velocità, la Juve cerca di più l'azione manovrata e con il nuovo modulo che non rinuncia però alla coppia di punte Tevez-Llorente - gioca con maggiori fraseggi. Da una parte rientra Pirlo e il suo compasso fra i piedi (e si vede in più di un'occasione, prima fra tutti quella del gol che sblocca il match), dall'altra c'è un'altra chance fallita - concessa al talentino Keita, chiamato a risposte importanti dopo l'infortunio, lo scarso feeling con Pioli e l'incidente automobilistico.
Un'azione da manuale partita da un recupero difensivo di Marchisio porta al primo gol di Pogba, con il preciso cross di Tevez. La rete del gioiellino francese legittima l'efficace conduzione tattica di Allegri. Pogba potrebbe centrare il bis con un tiro a girare, lo troverà più avanti quando la Lazio ha già mollato gli ormeggi. Prima il colpo dell'Apache che fa calare il sipario, forse mai completamente alzatosi, sulla partita. Inutile il cambio delle punte da parte di Pioli: l'evanescente Klose e il poco produttivo Keita lasciano il posto a Felipe Anderson e Djordjevic, ma le sostituzioni non portano i frutti sperati.
Indolore il rosso sventolato a Padoin per due gialli forse evitabili, utile a conservare il risultato la parata di Buffon sui titoli di coda, piccola delusione per il giovane Mattiello alla seconda presenza che fallisce un'occasione sotto porta. E ora sotto con la Champions per cancellare le ultime delusioni europee.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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