Magia da scudetto

Dimarco incanta S.Siro con una prodezza balistica da 56 metri. L'Inter risponde alla Juve e torna in vetta alla classifica. Dopo la sosta il derby d'Italia. E Marotta replica ad Allegri: "I favoriti sono loro..."

Magia da scudetto
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L'Inter batte il Frosinone e resta in testa al campionato: 31 punti dopo 12 giornate, come nell'Inter solo Conte nel 2019-20, quando poi però non vinse lo scudetto. Inzaghi metterà in palio il suo primato a casa Allegri, fra due settimane. È la sfida che da sola varrà mezzo campionato. Intanto si gode il +8 sul Milan e il +10 sul Napoli, che passeranno una sosta ben più complicata della sua.

Vittoria essenziale, lucida, ancora una volta da squadra grande prima ancora che da grande squadra. Da gruppo cioè maturo, anche le delusioni aiutano, che non specula mai, però si preoccupa sempre di non rischiare più di quanto necessario. Aspetta, colpisce, tramortisce e (quasi sempre) vince: finora in stagione 13 volte in 16 partite. A secco per una volta Lautaro, sblocca Dimarco quasi in fondo al primo tempo. Mkhitaryan lo lancia sulla fascia, lui sguscia via a Lirola e 3/4 metri oltre la metà campo, giusto il tempo di vedere che Turati è molto fuori dalla porta, con un magico colpo di sinistro squarcia lo zero a zero di partenza. È assolutamente un tiro riuscito e non un cross sbagliato. È la fotocopia del gol che Recoba segnò a Empoli, nel gennaio '98. Altro prato ma stessa zolla. È il gol che apre il punteggio e chiude l'attesa. Da lì in avanti, per i nerazzurri spinti dai soliti 70 mila di San Siro diventa tutto più facile. Frosinone bello e coraggioso, capace anche di schiacciare più volte tutta l'Inter nella sua metà campo. Soulé si conferma più che promettente, è già una realtà, e la Juventus (potendo) farebbe bene a riportarlo a casa già a gennaio. È lo scenario che meglio si adatta al gioco dell'Inter, che sa attaccare, ma soprattutto ripartire. Un paio di pizzicotti di Thuram, poi il primo vero cazzotto di Lautaro, su cui Turati si oppone col riflesso giusto. Col secondo di Dimarco, Inzaghi chiude la partita. Di Francesco non si spaventa mai e accetta il corpo a corpo a tutto campo, non è a San Siro che deve vincere il suo campionato, qui semmai deve dimostrare, e lo fa, di avere rimesso nel giusto senso di marcia il timone della carriera. Cade restando in piedi, restando soprattutto in partita anche dopo il rigore trasformato da Calhanoglu (bravo Thuram, ingenuo Monterisi) che in avvio di secondo tempo vale il raddoppio ai nerazzurri. Cambia uomini e modulo, Cheddira centra il palo e Marchizza e Ibrahimovic costringono Sommer a volare per l'ottavo clean sheet del campionato (decimo in stagione).

Inzaghi parte con la squadra che più titolare non si può, dentro in partenza anche Darmian, poi come sempre dà

spazio all'Inter-bis. Prima De Vrij, poi Frattesi. Si rivedono anche Arnautovic, che concede un po' di tregua al sempre ottimo Thuram, e quasi in fondo alla partita entra in campo persino Sensi. Chi la ferma questa Inter?

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