Che i tifosi del Milan abbiano ancora il dente avvelenato con Gigio Donnarumma è comprensibile. L'ex portiere rossonero se n'è andato in malo modo, parametro zero, finendo per giunta col giocare pochissimo con la sua nuova squadra (Paris Saint Germain), pur essendo titolare della Nazionale campione d'Europa. Il club rossonero si è "consolato" bene, mettendo tra i pali l'ottimo francese Mike Maignan, che ha già fatto vedere di che ottima pasta è fatto. Eppure ai rossoneri ancora non è passata la rabbia per lo strappo. E così, dopo aver manifestato il loro disprezzo nei confronti di Gigio, hanno deciso di rinfrescargli la memoria con uno striscione che è stato esposto su un ponte vicino all'hotel del ritiro dell'Italia, in vista della semifinale di Nations League a San Siro. "Donnarumma a Milano non sarai mai più il benvenuto. Uomo di m...". C'è anche la firma: Curva Sud Milan.
Alla vigilia del suo ritorno a Milano con la casacca azzurra Donnarumma, mettendo le mani avanti, aveva provato a distendere gli animi: "Mi dispiacerebbe se mi fischiassero, sarò sempre un tifoso del Milan... Sono emozionato, Milano e il Milan sono una parte importante della mia vita. Sono emozionato, spero non ci sia nulla. Poi siamo qui in una semifinale di Nations League, una competizione a cui teniamo".
Il problema, però, è che la rabbia dei supporter rossoneri è ancora troppo forte e contro di lui oltre ai normali fischi sono arrivate anche le offese. Per il momento con questo striscione, vedremo se anche allo stadio ci sarà una contestazione.
Sui social impazzano le critiche (per usare un eufemismo) nei confronti del giocatore. La parola più delicata che gli viene rivolta è quella di essere un "traditore", ma qualcuno preferisce il termine "marionetta" per sottolineare quanto a comandare sia il suo procuratore, il potentissimo Mino Raiola. A ben vedere, però, stasera in campo al Meazza di Milano giocherà la Nazionale, non il Paris Saint Germain, quindi i tifosi azzurri farebbero bene a non prendere di mira uno dei pilastri azzurri.
In un calcio che ormai è sempre più legato ai soldi e le bandiere sono merce rara, ha ancora senso fare queste sceneggiate per un professionista che decide di andare a giocare da un'altra parte? Donnarumma non è stato il primo e non sarà l'ultimo a farlo. Questo è poco ma sicuro. E certi striscioni puzzano di... avvertimento mafioso.
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