
Che cos'è la felicità? Chiedetelo ad Al Bano che con il suo evergreen datato 1982 è la colonna sonora scelta da Fiat per accompagnare Grande Panda nel suo viaggio verso il futuro.
Un family mover dalla doppia personalità, vintage e futuribile. Che punta proprio su questa parola, felicità, per far breccia nel cuore di chi cerca non soltanto un'automobile, ma un blockbuster della Panda anni Ottanta. Quella che ha accompagnato generazioni di italiani, che ha significato indipendenza, che ha creato ricordi.
Grande Panda è un'espressione di italianità, esprime felicità, la felicità delle cose semplici, belle e divertenti, sostiene Olivier Francois, Ceo di Fiat durante la presentazione sulla ex pista di collaudo del Lingotto, lo storico stabilimento torinese.
Avrà doppia motorizzazione, ibrida ed elettrica, con prezzi che non la renderanno soltanto una low cost car ma una love cost car, un'auto da amare, che come la sua progenitrice saprà regalare sorrisi e good memories. Era il 29 febbraio 1980 quando Gianni Agnelli presentò la Panda, progettata da Giorgetto Giugiaro, al presidente della Repubblica Sandro Pertini, nei giardini del Quirinale.

Nell'anno in cui Umberto Eco pubblicò Il nome della rosa, l'anno dello scandalo delle prime calcioscommesse, delle stragi di Ustica e di Bologna arrivò sulle strade italiane questa city car con motore bicilindrico da 652 cm³ o a quattro cilindri da 903 cm³. Fu l'inizio di una nuova era. Perché la grande utilitaria, così venne lanciata, rivoluzionava la mobilità urbana che allora aveva per protagoniste la Citroën 2CV, la Renault 4, la Fiat 126 e la Volkswagen Golf. Si fece subito notare per la forma squadrata, minimalista e camaleontica con i sedili anteriori a sdraio e quelli posteriori che con ingegnosi incastri potevano trasformarsi anche in un'amaca, in una culla o in un letto di fortuna.
Fu in grado di anticipare i tempi e di diventare, nelle sue tre generazioni, un minivan, un piccolo fuoristrada 4x4 e persino, nel lontano 1990, la progenitrice delle elettriche, la prima prodotta da un costruttore mondiale, con la versione Elettra che aveva autonomia di 100 km e batterie al piombo ricaricabili alla presa domestica.
E adesso Panda si trasforma anche nella Grande Panda pronta a sedurre altre generazioni, nella versione ibrida e in quella elettrica. Basta guardarla ed è un remix di ritorno al futuro, con le sue forme allungate a 3.99 m ma ultra compatte esaltate da colori energetici, dal giallo lemon al rosso passione, con i fari PXL LED che rimandano ai videogiochi degli anni Ottanta, con la scritta PANDA in rilievo 3D sulle portiere e il logo FIAT sul retro. Dentro gli interni non sono più spartani ma si fanno spaziosi ed ecologici con la plancia ricoperta da un tessuto innovativo contenente fibre di bamboo, mentre le componenti di alluminio e plastica sono ricavate da 140 cartoni per bevande riciclati.
E soprattutto diventa veramente elettrica in due allestimenti, La Prima e RED, che stupisce non solo per piacevolezza di guida affrontando sia le paraboliche dell'ex pista del Lingotto sia il traffico che da Torino porta alla sabauda Palazzina di caccia di Stupinigi, raggiungendo al massimo 132 km/h e accelerando da 0 a 50 km/h in 4,2 secondi, ma anche con una innovazione tecnologica: finiti i 320 km di autonomia ha inserito al suo interno anche un cavo di ricarica
retrattile, che può uscire e scomparire da un portello nascosto nel frontale dell'auto, evitando ogni volta di srotolare e arrotolare il cavo. Per essere subito pronti a viaggiare, dalla primavera, verso nuove avventure.
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