Ecco i Giochi ribaltati dei ragazzi del fioretto. Ma è un argento vivo

Testa a testa fino agli ultimi assalti poi la resa. Il Giappone si prende la rivincita di Londra 2012

Ecco i Giochi ribaltati dei ragazzi del fioretto. Ma è un argento vivo
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Dodici anni dopo il mondo si è capovolto. Vince il Giappone del fioretto (a squadre) e l'Italia si arrocca al secondo posto.

A Londra 2012 Baldini, Avola, Cassarà e Aspromonte portarono a casa l'oro e i giapponesi si inchinarono secondo abitudini cavalleresche di quelle parti. Il potere asiatico (5 medaglie d'oro su 6 fra i maschi) e l'avanzata americana sono i ricordi, non proprio esaltanti, che l'Italia della tradizione schermistica si porta a casa. II fioretto stavolta ha infilato solo argenti: quello di Pippo Macchi nell'individuale, quello della squadra rosa e quest'ultimo che ha chiuso l'Olimpiade della scherma. II mondo Italia contava molto sul guizzo di una squadra di ragazzi terribili: dovevano rivalutare due Olimpiadi di squadra senza salire sul podio (Rio e Tokyo) ed anche il Mondiale di casa (l'anno scorso a Milano) dove la bocca è rimasta asciutta nella gara a squadre. Eppure c'erano in pedana un campione del mondo come Tommaso Marini, l'argento olimpico Macchi e l'ottimo Guillaume Bianchi. Niente da fare: chiusura 45-36, quindi nemmeno sul filo dell'incertezza.

Pippo Macchi, così bravo nell'individuale, è stato ombroso, evanescente, efficace solo nel primo assalto, ma poi il cambio con il 35enne Alessio Foconi, nel penultimo assalto, è stato la toppata tattica di Stefano Cerioni che, di solito, ha occhio magico. E, infatti, il 5-0 subito da Nagano, pure lui riserva appena entrata, è stato il colpo del ko. E che dire di Tommaso Marini che, una volta di più, non ha onorato il titolo di re del mondo: ha perso il primo scontro con Shikine, pareggiato il secondo con Matsuyama, straperso l'ultimo con Iimura. Non proprio esaltante.

I giapponesi hanno lasciato intuire un valore consolidato dal ranking.

L'Italia ha tenuto botta soprattutto con Guillaume Bianchi che, nel match con Matsuyama, ha rischiato di rimetterci un polso: scontro polso su polso. Il suo si è girato. Il fisioterapista ha messo tempo per riassettarlo. È stato un combattente vero.

Ma qualcosa in questa squadra si inceppa sempre se tutta la giornata è stata ricca di dubbi e meditazioni: faticoso il successo con la Polonia, combattuta la semifinale con gli americani, squadra che mette sempre in guardia, poi battuta dai francesi nella finale terzo posto. In tribuna Lewis Hamilton che tifava per il suo amico Chamley-Watson, al quale Marini ha rifilato stoccate che non lasciavano scampo. Ed, invece, Pippo Macchi aveva già fatto intravedere le sue mille sfumature di grigio. I ragazzi del fioretto, battuti gli americani, stavano già sognando in grande. «Siamo una squadra, non credeteci inferiori ai giapponesi, siamo forti anche noi: puntiamo all'oro». Dovranno dimostrare tutto quanto alla prossima occasione, ma il presidente federale Azzi è soddisfatto: «Ottimo bilancio, l'oro delle ragazze della spada, ha reso speciale la spedizione». Perché l'Italia della scherma saluta con 5 medaglie, quante erano quelle di Tokyo.

Oggi con un oro che, allora, era mancato. Le ragazze della spada hanno pensato a colmare il vuoto. La gente del fioretto ha raccolto tre argenti, lo sciabolatore Samele un bronzo. Il forziere è ben fornito. Magari ci fosse stato un riflesso d'oro in più

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