Sapete quanto vale la bistrattata serie A secondo i fondi d'investimento stranieri? La bellezza di 15 miliardi. È questa la quotazione che si ricava dalle lettere d'intenti vincolanti depositate ieri sera presso gli uffici dell'advisor della Lega di serie A (banca Lazard), dai soggetti interessati all'asta per gestire i diritti tv dei prossimi anni. La cifra si ricava parametrando l'offerta di 1,5 miliardi presentata da CVC (assistito da Rothshild e che si candida in abbinamento con Adverte e Fsi, tutti private equity) per assicurarsi il 10% della Lega di serie A in vista della creazione di una new company capace non solo di piazzare al miglior risultato possibile i diritti tv ma di creare valore aggiunto al settore con altre iniziative. In cambio chiede il controllo della governance della società con un ad scelto direttamente dai fondi mentre la presidenza andrebbe assegnata al manager indicato dai 20 club di serie A.
Intendiamoci: non è l'unico protagonista della finanza internazionale che ha risposto al bando del calcio di serie A. In mancanza di una nota ufficiale della Lega, le indiscrezioni parlano di sei lettere. Nella stessa giornata sono arrivate le offerte di Bain Capital più quella del fondo Apollo che si distingue però dalle altre perché propone solo prestiti e per questo motivo riscuoterebbe il favore di Claudio Lotito, presidente della Lazio, grande elettore di Dal Pino presidente della Lega, con il quale è entrato in forte dissidio su questa materia. La sorpresa, immancabile, secondo alcune fonti, è rappresentata da un altro attore. Si tratta della cordata patrocinata da Fortress, capace di produrre intese con altri due fondi di stanza a Londra, Apax partners e Tihcp-Three hins capital partners e perciò disposti a valutare l'acquisizione della stessa percentuale a un prezzo leggermente superiore ma senza una lettera vincolante. La differenza rispetto a CVC è nel modello di business proposto: Fortress suggerisce un prestito ponte con il versamento subito della prima rata di 1,7 miliardi per provvedere poi a cartolizzare i diritti tv del futuro.
Per il calcio italiano si tratta di un'occasione unica. Specie se valutata dando un'occhiata all'ammontare dei danni provocati dalla pandemia. Secondo i calcoli del consulente della serie A, il lock down ha prodotto mancati incassi per circa 200 milioni ai quali bisognerà aggiungere i 130 milioni del mancato versamento dell'ultima rata di Sky, questione per la quale è partito un decreto ingiuntivo da parte dei presidenti di società. Alle viste, poi, con l'andamento attuale del contagio, la possibilità che gli stadi possano riaprire al pubblico, sia pure in condizioni di estrema sicurezza, è da considerare tutt'altro che scontata. Di qui la necessità di cogliere al volo un'occasione del genere. È questo il pensiero espresso in privato dal presidente Paolo Dal Pino che ha lavorato al dossier per tutto il mese di agosto dopo la chiusura della stagione. Da oggi in poi i presidenti dei 20 club di serie A avranno a disposizione meno di 2 settimane di tempo prima dell'assemblea del 9 settembre per adottare la decisione finale.
Gli schieramenti in campo sono i seguenti: Lotito è l'avversario dichiarato del progetto CVC e a favore della soluzione prestito, posizione fortemente criticata da qualche analista finanziario; De Laurentiis ha provato inutilmente a coagulare consenso attorno alla sua proposta (tv della Lega guidata dai presidenti) caduta nel vuoto; altri club guidati da Juve, Inter, Milan e Roma, sono favorevoli al progetto ma pronti a studiare bene le carte prima di esprimere un voto convinto.
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