Il nuovo Napoli riparte dal vecchio. Gioco, uomini, pregi e difetti non cambiano per un'ora di gioco. Poi entra Osimhen (nella foto), la grande novità di stagione, e spacca la partita. Non segna ma fa segnare, non crea assist ma produce spazi e profondità, nei quali si fionda con impressionante progressione e potenza. Due giocate, due spiragli, due lampi e le porticine diventano portoni, uno-due micidiale, Parma al tappeto sotto gli occhi della nuova proprietà americana targata Krause e Liverani che ancora non si dà pace: «Li stavamo tenendo bene, senza correre pericoli». Già, ma senza aver saputo prendere le contromisure giuste al momento giusto: Gattuso aveva l'asso nella manica, se l'è giocato alla perfezione, i ducali sono rimasti a guardare a bocca aperta e ci hanno rimesso le penne.
Il debutto vincente in casa del Parma consegna alle statistiche numeri quasi contraddittori: possesso palla devastante a favore degli azzurri, così come i tiri indirizzati in porta con il non trascurabile particolare che molti di essi finiscono ben lontano dai pali di Sepe. Questo per dire che il primo tempo del Napoli è stato confuso, un continuo palleggio in orizzontale ma una insufficiente predisposizione ad attaccare la linea a quattro degli emiliani. Lozano tra i pochi a salvarsi per continuità e impegno, i suggerimenti del messicano però sono stati preda facile della difesa locale perché gli azzurri non riempivano gli ultimi quindici metri.
Nella mezz'ora finale Gattuso ha iniziato gradualmente a cambiare il tridente, soprattutto ha variato l'impostazione tattica. «Siamo pronti per il 4-3-3 e per il 4-2-3-1, abbiamo preferito iniziare con lo schema solito, poi l'ingresso di Osimhen ci ha suggerito di interpretare diversamente la gara». Con un tridente potenziale da inserire in qualsiasi momento (Politano, Osimhen e Petagna), è iniziata la rivoluzione. Al nigeriano vanno attribuiti i meriti principali per aver saputo squartare la difesa: gli sono bastate due azioni in velocità per allargare le maglie avversarie e lasciare Mertens e Insigne liberi di battere a rete. «Ciro» ha colpito alla sua maniera in piena area sfruttando un rimpallo, destro rasoterra e imparabile alla sinistra di Sepe. Il capitano ha brindato alle 350 in azzurro spingendo con la punta un pallone vagante a pochi metri dalla linea di porta.
Vittoria meritata ma c'è tanto da lavorare, Gattuso lo sa: «Ci mancano intensità e brillantezza in attacco. Koulibaly? Sarei felicissimo se la società non riuscisse a venderlo». Mille spettatori presenti al Tardini, divisi tra tribuna e curva Nord.
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