El Shaarawy e Cassano Quello con la cresta quello che alza la cresta

Uno ha rianimato il Milan. "Mi ricorda Eto'o" dice Galliani. L'altro fa gruppo. "Si sta dimostrando saggio" dice Moratti

El Shaarawy e Cassano Quello con la cresta quello che alza la cresta

«Mi ricorda Eto'o...». Scusi?

Allora il dottor Galliani spiega: «Gioca a tutto campo e quando occorre fa il terzino». Stava parlando di Stephan El Shaarawy, quello con la cresta che non piaceva a tutti. Nel calcio ti puoi mettere la cresta solo se sei uno che conta, hai la bacheca folta e quindi la parola. Altrimenti la cresta non puoi mettertela, il regolamento è semplice. Anche per Cassano ci sono dei limiti perché lui è un tipo particolare, per sua ammissione, e certe cose non si dicono anche se hai vinto il campionato, hai 300 presenze e sei arrivato a 90 reti in A. Invece lui come esce da una porta si mette a raccontare tutto quello che è successo. E poi fa: «Se penso a quello che dico...».

Mercoledì El Shaarawy ha segnato la sua prima doppietta in serie A e rianimato il Milan, Cassano ha messo il secondo gol a Verona rilanciando l'Inter. Hanno salvato il calcio a Milano e in battuta contavano poco, il primo chiuso da Pato, Robinho e Pazzini, il secondo da Milito, Palacio e Sneijder. Adesso sono i bomber delle milanesi anche se El Shaarawy condivide con Pazzini. Sul giovane rossonero si poteva scommettere senza rischiare molto, ieri Pato ha lavorato un po' col gruppo ma quando è iniziata la partitella si è fatto da parte. Pazzini ha bisogno di capire e per farlo rendere occorre giocare in un certo modo, mentre Robinho, quasi pronto, pare un obiettivo del Santos che ha incassato dalla cessione di Ganso al San Paolo e ora cerca una stella. El Shaarawy invece è una storia nuova, un'ameba che si adatta e si stringe attorno alla partita, la sa leggere in fretta e altrettanto in fretta si trova gli spazi. Adesso il Milan resetta le attese, il ragazzino gira per il campo, segna, sforna assist, timbra pali, ne fa più lui che il terzetto che lo precede in gerarchia. A Galliani fa sangue, preso a 13 milioni adesso ne vale almeno 25. Moratti dallo scambio con Pazzini ne ha ricavati 7 e ora rimpiange perfino una delle operazioni predilette: «Spero proprio di non tornare ai tempi dell'acquisto di Vieri perché era tutto sbagliato». El Shaarawy contro il Cagliari ha mascherato da solo il resto, e da mascherare ce n'era, poi fa gol e lo dedica al suo allenatore. Non è retorica, di solito l'allenatore non è il primo pensiero. Come Cassano: la mette e come si libera dei compagni va ad abbracciare Stramaccioni. Questi due adesso stanno bene, si capisce da queste cose, vivono bene lo spogliatoio, non si possono lasciare fuori anche se tornano Robinho e Palacio. Cerchiamo punte in giro e poi ci sono due italiani risorse di Prandelli che devono lottare con cinque stranieri per una maglia. È solo la quinta di campionato ma questi due oggi sembrano pezzi nuovi della serie A, Cassano forse è stato lobotomizzato da Stramaccioni, e Moratti ne esce stupito: «Mi ha sorpreso, si sta dimostrando saggio». A Verona si è messo buono e gli ha tirato una macumba a Sneijder, uno dei suoi più carissimi amici assieme a Nagatomo. Ma l'anomalia era averlo lasciato fuori in un momento di forma strepitoso: «Normale che sia così - ha commentato -, qui all'Inter mi sento a casa». Dicono che la prima settimana piaccia a tutti, alla seconda cominci a stancare e poi diventi il più insopportabile della terra. A Moratti chiedevano che senso avesse liberarsi di Balotelli se poi arrivava Cassano. Del resto se lo domandavano anche i tifosi rossoneri quando sentivano parlare del ragazzino: ma come si fa ad andare in Champions con uno così?

Siamo solo a settembre, primi calci, ma intanto Ferguson ha messo gli occhi sul ragazzo: «Perché è perfetto per il mio progetto di rinnovamento dello United». Giovane ed economicamente sano con un ingaggio basso, non dovrebbe andare via. E Cassano ha fatto passi giganteschi nella classifica di Stramaccioni, quando prende la palla può succedere di tutto, anche un tiro due gol. Magari hanno anche analogie, certe predisposizioni si colgono, golosi e fantasiosi: El Shaarawy è arrivato a Milanello 7 chili sovrappeso, Cassano 5. El Shaarawy ha confessato che cucca su facebook, ma prima aveva mentito: «Il mio hobby? Sto davanti al pc ore e ore, si imparano tante cose!».

Cassano ha già dato, ne ha avute a migliaia tanto che non è neppure riuscito a dare loro almeno una pagina a testa nella sua biografia. E così ci hanno creduto in pochi. Non sono né il passato, né il futuro, sono adesso, poi alla sesta magari vanno in panca e giocano Bojan e Livaja, ogni giornata una storia diversa.

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