Elisa, la medaglia-bis della figlia e sorella d'arte abbonata ai grandi podi

Longo Borghini replica il 3° posto di cinque anni fa. Senza le radioline beffata la favorita Van Vleuten

Elisa, la medaglia-bis della figlia e sorella d'arte abbonata ai grandi podi

Hanno corso con il cuore e senza le radioline, con tenacia e gambe per raggiungere un sogno infinito. Hanno corso e rincorso, con la bocca aperta alla ricerca disperata di ossigeno, reso pesante dall'umidità. Hanno corso con il cuore, come ammette subito Elisa Longo Borghini, figlia e sorella d'arte, eccellenza femminile del nostro ciclismo. «Ho corso più col cuore che con le gambe», dice l'azzurra, che su quel cuore ci poggia la mano mentre oltrepassa il traguardo di un'altra Olimpiade finita a medaglia.

Bronzo nella corsa su strada, come cinque anni fa a Rio. Ora tutto è in equilibrio, per una ragazza talentuosa e intelligente, soprattutto equilibrata. Ai due bronzi iridati, ora ci abbina i due bronzi olimpici, in dieci anni di carriera. «Arriverà anche il momento in cui vincerò un oro, ma oggi (ieri per chi legge) sono felice per il mio Paese», aggiunge l'azzurra.

Ancora una medaglia femminile, ancora una medaglia da Elisa, al termine di una corsa che definire folle è poco: il tempo di dare il via e al primo dei 137 chilometri vanno in fuga in cinque. Alla fine una ad una vengono riprese tutte meno Anna Kiesenhofer. Anna è l'unica rappresentante dell'Austria e pratica il ciclismo part-time, visto se da oggi ha una medaglia d'oro appesa al collo, nel cassetto ha anche una laurea in matematica e lavora a Losanna come ricercatrice.

Ci resta con un palmo di naso la favoritissima Annemiek Van Vleuten, che senza l'ausilio della radiolina perde contezza di quanto sta succedendo in corsa. Non sa che l'austriaca è ancora in fuga sin dal mattino, non sa che davanti a lei c'è questa ragazza che pratica il ciclismo per passione. Le radioline spesso messe in discussione per una questione tattica, ma chiaramente utili per ragioni di sicurezza, questa volta ci vorrebbero per davvero. Per farle sapere quale è la situazione. Ma nel finale è talmente convinta di essere in testa da passare sotto il traguardo a braccia alzate. È felice Annemiek, convinta di essersi ripresa a distanza di cinque anni quell'oro di Rio sfuggitole solo per una caduta in discesa mentre era lanciata da sola verso il traguardo (esattamente come Nibali).

Che botta per l'olandese, che colpo per l'austriaca, che gioia per la nostra Elisa che gioca al meglio le sue carte e, puntualmente, ancora una volta arriva davanti. Arriva a medaglia la nostra 29enne madamina di Ornavasso, nel Verbano, stessa zona di Pippo Ganna, figlia e sorella d'arte: mamma Guidina dal Sasso è stata azzurra nello sci da fondo in tre Olimpiadi, il fratello Paolo è un ex ciclista che ha corso con Ivan Basso, Nibali e Sagan. «Oggi ho sofferto tanto il caldo. Al via non mi aspettavo niente, mi sono ripromessa di dare tutto ciò che avevo e l'ho fatto.

Sono contenta di questa medaglia, sono una che mette giù la testa e lavora senza tante scene, delusa può esser solo l'Olanda che pensava di aver la corsa sotto controllo, tanto da festeggiare quando se n'è andata la Van Vleuten, invece le è sfuggita un'atleta che ha fatto un'impresa», racconta Elisa, prima medaglia azzurra nel ciclismo di questa spedizione che questa settimana si aspetta altre gioie, a cominciare da Pippo Ganna, nella crono di mercoledì.

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