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Decreto Giustizia, slittano le norme sulla lotta alla criminalità informatico-mafiosa

A Palazzo Chigi non passa ancora la norma sulla cybersicurezza: era previsto un ampliamento della competenza delle Direzioni distrettuali antimafia. Niente nuovo illecito disciplinare per i magistrati. Ultima riunione con Fitto ministro

Decreto Giustizia, slittano le norme sulla lotta alla criminalità informatico-mafiosa

Ultimo Consiglio dei ministri per Raffaele Fitto come esponente del governo Meloni: dopo le dimissioni rassegnate davanti alla premier, da lunedì prossimo l'ex presidente della Regione Puglia volerà a Bruxelles, a Palazzo Berlaymont, per insediarsi ufficialmente come nuovo vicepresidente esecutivo della Commissione europea con la delega alle Riforme e alle Politiche di Coesione. Nel frattempo, questo pomeriggio doveva essere licenziato da Palazzo Chigi il decreto Giustizia che contenva una serie di misure in tema cybersicurezza, ma alla fine c'è stato un nulla di fatto: "Dovranno essere al centro di ulteriori approfondimenti tra gli uffici competenti", trapela dall'esecutivo. A quanto si è appreso, il leader della Lega e vicepremier, Matteo Salvini, non ha partecipato al Cdm perché è rientrato a Milano per motivi personali.

Dal testo è sparito anche il provvedimento che avrebbe dovuto contenere una nuova tipologia di illecito disciplinare per i magistrati che si verificherebbe quando c'è "la consapevole inosservanza del dovere di astensione nei casi in cui è espressamente previsto dalla legge l'obbligo di astenersi o quando sussistono gravi ragioni di convenienza". L'esame del dl in Cdm era previsto già la settimana scorsa, ma poi era stato rinviato su richiesta del vicepresidente del Consiglio e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, vista l'assenza dei ministri di Fi a causa dei vari impegni in agenda.

La riunione dell'esecutivo nazionale è durata appena quindici minuti. Tuttavia - contrariamente a quello previsto - non sono state ancora validate le modifiche riguardanti il capitolo "Disposizioni urgenti per il contrasto dei reati informatici". In particolare, il decreto Giustizia avrebbe incluso norme sul coordinamento delle indagini che rientrano nel perimetro della sicurezza nazionale cibernetica. Secondo il documento provvisorio, il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo eserciterebbe le funzioni di impulso nei confronti dei procuratori distrettuali per il coordinamento delle attività di indagine attraverso l'impiego della polizia giudiziaria su quei crimini cyber che riguardano l'accesso abusivo a un sistema informatico o telematico in sistemi informatici o telematici di interesse militare o relativi all'ordine pubblico o alla sicurezza pubblica o alla sanità o alla protezione civile o comunque di interesse pubblico.

Le Direzioni distrettuali antimafia - sempre se l'attuale bozza verrà confermata nei prossimi giorni - potranno indagare anche sui fatti relativi al reato di estorsione informatica (ampliato l'articolo 51, comma 3-quinquies del codice di procedura penale). L'obiettivo è di garantire che crimini informatici di particolare gravità siano trattati con il massimo livello di attenzione investigativa. L'articolo 407 del codice di procedura penale è modificato tale fattispecie di reato tra quelli che possono beneficiare di tempi più lunghi per le indagini preliminari (da diciotto mesi a due anni). Viene inoltre introdotto per questa materia specifica l'arresto obbligatorio in flagranza (articolo 380, comma 2, codice di procedura penale) e, allo stesso modo, verrà punito chi esegue questo tipo di ordine da un proprio superiore se è consapevole dell'illecito. Le pene già prevedono la reclusione da sei anni fino a ventidue anni in determinate circostanze.

Decreto Giustizia, le altre misure in Cdm

È stata invece approvata la proroga del termine per le elezioni dei Consigli giudiziari e del Consiglio direttivo della Corte di cassazione: pertanto, le elezioni previste per l'anno 2024 sono differite al mese di aprile 2025. Il Consiglio dei ministri ha approvato anche la delibera che dichiara l'interesse strategico nazionale del programma di investimento iniziale da 1,2 miliardi di euro presentato da Amazon Web Services (Aws), per stabilire ed espandere l'infrastruttura e i servizi cloud in Italia. Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy spiega che si tratta della seconda applicazione dell'art. 13 del d.l. 104/2023, dopo la delibera del 27 settembre scorso relativa al programma di investimento della società Silicon Box, la prima per il settore delle infrastrutture cloud, strategiche nel supportare l'evoluzione digitale e la crescita economica dell'Italia. La norma consente al Cdm di dichiarare di preminente interesse nazionale un programma di investimento estero in Italia di importo non inferiore a un miliardo di euro.

La delibera apre alla nomina di un Commissario straordinario di governo, dotato di poteri di ordinanza anche in deroga alla normativa vigente, con il compito di rilasciare una "autorizzazione unica" che accorpa tutti gli atti necessari previsti dalla legislazione corrente, indispensabili per l'esecuzione delle opere legate alla realizzazione del programma, accelerandone così i tempi. Nello specifico, prevedista la costruzione di nuove infrastrutture cloud nell’Area Metropolitana di Milano, a integrazione di quelle già esistenti avviate in Lombardia nell'aprile 2020. "L'investimento avrà un impatto significativo sulla creazione di posti di lavoro e sullo sviluppo economico del territorio, con una stima di circa 1.100 nuovi posti di lavoro nei prossimi cinque anni - spiega il Mimit -.

Inoltre, contribuirà in modo rilevante al potenziamento della capacità di gestione dei dati del sistema-Paese, con effetti positivi su settori tecnologicamente avanzati come l'intelligenza artificiale, i servizi cloud, la cybersecurity e la mobilità aerea e terrestre, consentendo a soggetti pubblici e privati di soddisfare le proprie esigenze di sovranità digitale".

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