Oggi una delle due se ne sta in vetta, stranendo alquanto gli addetti ai lavori. Alzi la mano chi avrebbe puntato una lira su un campionato di vertice da parte della Lazio di Baroni. Eppure, almeno per il momento, l'Aquila non vuole saperne di scendere di quota. Gli altri, che di coloro sono gialloblu, annaspano un po' dopo un inizio promettente. Il potenziale però pare sufficiente per restare agganciati alla Serie A.
Che sfida negli anni Novanta-Duemila
Parma-Lazio che torna domenica dischiude soprattutto cassetti di una memoria che resta ancora oggi scintillante, forse perché coincide con il periodo di maggiore aura per i due club. Gli anni Novanta e l'incipit dei Duemila sono un posto straordinariamente prolifico per ducali e capitolini. I forzieri dei due club sono gonfi, le grane future sono ancora lontane, il calciomercato alimenta sogni di gloria ai quali nessuna delle due è abituata a dare del tu.
L'ascesa del Parma
Trentaquattro anni fa: è il 1990 quando Calisto Tanzi sale in sella, afferrando le redini del Parma, una squadra di provincia che non ha mai messo piede in Serie A. In panchina viene confermato l'artefice della promozione, Nevio Scala. Intanto arrivano i primi acquisti: Taffarel tra i pali, futuro campione del mondo nel 1994, e Grun dietro. Una squadra che doveva partire per una rilassata salvezza si ritrova quinta, qualificata per la Coppa Uefa. Qui inizia un'ascesa irreversibile. Nella stagione successiva i gol di Melli e Osio piegano la Juventus in finale e infilano in bacheca la prima Coppa Italia. Il portafoglio di Tanzi, che non assumerà mai la carica di presidente, continua ad allargarsi. Arriva gente del calibro di Tino Asprilla e Gianfranco Zola e, con loro, anche un successo in Coppa delle Coppe. Al Tardini non riescono a crederci.
E' una squadra, questa, che in poco più di un decennio rimpinzerà la sua bacheca aggiungendo due coppe Uefa ed una supercoppa europea. E' quella di Gigi Buffon che esordisce a diciassette anni e para di tutto contro il Milan, sfoderando la maglietta di Superman sotto alla divisa ufficiale. Quella che ingaggia a forza di contratti milionari Cannavaro, Thuram, Stoichkov, Chiesa, Veron e Crespo. Così il disegno di Tanzi si realizza. Da provinciale in B a corazzata.
Nel frattempo in panchina è un alternarsi di strateghi e luminari: Ancelotti, Malesani, Sacchi, Ulivieri, e poi Carmignani, Passarella e Prandelli. Si apre in quel momento un secondo ciclo aureo, quello di Mutu e Gilardino, destinato a liquefarsi con il crack Parmalat del 2003. Il Parma non tornerà più quello di prima, ma quei tredici anni di fila sono un giro di giostra tra le grandi che vale l'ingresso tra le Sette Sorelle.
Il dominio della Lazio
A Roma, invece, il finanziere Sergio Cragnotti arriva nel 1992. Il cambio di marcia del club rispetto ad un recente passato non certo esaltante ci mette un po' a materializzarsi, ma un patron che si svena spendendo cifre folli, che infrangono tutti i record europei del calciomercato, aiuta a raggiungere l'obiettivo. Cragnotti spende somme monstre per acquistare il fuoriclasse Juan Sebastian Veron (60 miliardi di lire) Vieri e Crespo. Il livello tecnico complessivo, inevitabilmente, si impenna. Non mancano, nel compulsivo setaccio di campioni, anche clamorosi buchi nell'acqua: nel 2001 paga Gaizka Mendieta 89 miliardi, ma il flop del centrocampista sarà epocale.
Tra le fila dei biancocelesti transitano nel corso di un decennio Nesta, Jogovic, Mihajlovic, Boksic, Salas, Marchegiani e Peruzzi. Nei viene fuori una squadra che solleva lo scudetto nel duemila, anche grazie alla melma che avvolge la Juve a Perugia. Sotto la guida di Sven Goran Eriksson, tra la fine degli anni Novanta e inizio Duemila, la squadra vince due Coppe Italia, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Uefa.
La Lazio dominante inizia a perdere gradualmente pezzi mano a mano che la vicenda Cirio si allarga ed il rischio della bancarotta di configura. Nel 2004 verrà acquistata da Lotito ed inizia una storia diversa.Fenomeni, spese folli, trofei e crack: Tanzi contro Cragnotti era tutta un'altra sfida.
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