È la settimana del Settecolli. Dieci mesi dopo l'edizione da record degli Europei di Roma 2022, la «piscina più bella del mondo» tornerà a riempirsi di campioni. Al Foro Italico, da domani a domenica, tra i più attesi c'è sicuramente la regina di casa, Simona Quadarella. Dopo aver rinunciato alla rassegna iridata in vasca corta per motivi di salute, SuperSimo ha iniziato il 2023 alla grande portando a casa 4 titoli agli ultimi Assoluti di Riccione: 200-400-800-1500. Solo Federica Pellegrini nel 2011 aveva fatto il poker tricolore, ma dai 100 agli 800.
Simona, partiamo dagli Assoluti di aprile.
«È stato il miglior campionato italiano di sempre, un ottimo riscontro verso i Mondiali di luglio. Mi è dispiaciuto dare forfait per Melbourne perché ogni mondiale, anche in vasca corta, è un'occasione. Aver saltato una Nazionale, cosa che non mi succedeva da anni, mi ha smosso qualcosa».
Ed essere premiata nei 200 da Federica, cosa ha significato?
«Era la prima volta che vincevo la sua gara. Bella emozione. Mi dispiace solo perché i tempi non sono degni di quelli che nuotava Fede!».
Sente il peso di questa eredità?
«In realtà, non ho mai sentito alcun peso. Siamo una nazionale forte e c'è anche Benedetta (Pilato). Non mi sento sola, per niente. Forse noi donne siamo in minoranza rispetto agli uomini, ma riusciamo a dire la nostra».
L'Oriente le già ha portato bene. C'è stato l'oro mondiale nei 1500 a Gwangju 2019 e il bronzo negli 800 all'Olimpiade di Tokyo. Non c'è due senza tre a Fukuoka?
«Mi piace viaggiare e sì, devo dire che finora le trasferte all'estero sono state quelle più fortunate. Speriamo di proseguire così».
Fortunata, invece, non lo è stata con le avversarie. Lei nuota nella generazione dell'americana Katie Ledecky e dell'australiana Ariarne Titmus.
«Ogni gara ha il suo fenomeno e io non sono il fenomeno delle mie gare, però me la sono giocata in diverse situazioni. Avere delle avversarie forti fa tenere la concentrazione sempre alta, questo è un bene».
Quanto è cambiata Simona dalla prima medaglia mondiale di Budapest 2017?
«Agli esordi ero una ragazzina timida che si vergognava, invece adesso sono più consapevole. Riesco a non abbattermi dopo una delusione, anzi so di poter uscirne più forte. Questo è stato il mio punto di forza in alcune situazioni».
Per esempio quando?
«Ci sono stati degli errori, penso ai 1500 nuotati all'Olimpiade o al Mondiale del 2022. Ovviamente, da piccola sognavo la carriera perfetta. Ma non si può avere. Eppure sono serena. Ormai è la mia vita e sono contenta di far parte di questo ambiente. Lo chiamo il mio villaggio».
In questo villaggio, chi sono le persone più importanti?
«Ovviamente sono io. Perché quella che ci mette più di tutti sono io. Ma poi serve l'aiuto degli altri.
I miei genitori, il mio allenatore Christian (Minotti), mia sorella Erica, che vive in Arabia Saudita ma siamo molto unite. E ora c'è anche Alessandro, il mio fidanzato da più di tre anni. Anche lui nuotatore».TV: oggi 10-12 batterie, 18-20 finali, 21.10 pallanuoto Italia-Croazia (Raisport)
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