Il dribbling di Inzaghi al pronostico è di quelli impossibili. Lo scudetto sul petto, la classifica del campionato (11 punti in più e 1 partita in meno), il fattore San Siro, addirittura la tentazione di rinunciare a Dzeko per sfruttare l'ottima vena di Sanchez, sinonimo di abbondanza che si specchia nei ranghi ridotti di Allegri: insomma c'è tutto per dire che mai come stavolta Inter-Juventus ha una sola favorita, anche se è il derby d'Italia, anche se è una finale, anche se nel calcio non si sa mai come va a finire.
Il pronostico è sostanzialmente a senso unico e nulla può il tecnico dell'Inter, nonostante si sforzi di negarlo. «La Juventus è una grande squadra, abbiamo visto cosa ha fatto a Roma e oltretutto contro di noi recupera due giocatori importanti come Bonucci e Chiellini», sottolinea non senza fare anche gli auguri a Chiesa, ma dimenticando di pesare squalificati, infortunati e contagiati di una squadra che finora mai è arrivata ai livelli nerazzurri. «E poi è una finale, una partita secca, la Juventus è abituata a giocarle», aggiunge apparentemente serio, finendo però per diventare involontariamente ironico, se allude alle finali europee, o magari scaramantico, se allude a quelle italiane, in cui ha già battuto i bianconeri 2 volte su 3, peraltro sempre in Supercoppa. «Il 20 agosto la Juventus era la netta favorita per lo scudetto e noi eravamo con tanti altri tra i suoi sfidanti», ricorda Inzaghi con malcelato orgoglio, riferendosi alle letture che del campionato facevano le tante vedove di Conte sparse per l'Italia.
Ovvio che quando incroci la Juventus, la cautela sia d'obbligo. Il precedente stagionale, oltretutto è uno dei pochi episodi in chiaroscuro nella prima metà stagione nerazzurra: partita già vinta, ma gettata via grazie a Dumfries (e al Var). «Non fu una bella partita, squadre troppo contratte, giocammo entrambi sotto le nostre possibilità».
Da quel 24 ottobre, 11 partite e 10 vittorie (più il pari nel derby). L'olandese dovrebbe essere ancora titolare: il controsorpasso su Darmian, che sta bene, è completato. Difesa titolare, e ci mancherebbe, torna Calhanoglu dopo la squalifica. In attacco con Martinez (diffidato) dovrebbe esserci Dzeko, ma la tentazione Sanchez è molto forte. «Ho 4 bravissimi attaccanti e tutti fortunatamente in ottima forma».
Niente Pinetina nella vigilia di Zhang, che stavolta ha preferito un ristorante milanese alla cucina del centro sportivo Suning. Il presidente sarà in tribuna, speranzoso di alzare il secondo trofeo in pochi mesi.
Una nuova Coppa in bacheca potrebbe essere prodromica all'annuncio, già domani, di rinnovi contrattuali definiti (i dirigenti) o quasi (Brozovic). Niente colpi di scena, solo colpi e basta. «Siamo contenti che il presidente sia qui con noi, ma in questi mesi ho sempre sentito la sua vicinanza, tra telefonate e messaggi», sottolinea Inzaghi.
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