La rottura tra il governo del calcio e la lega di serie A è diventata pubblica e clamorosa ieri nel corso del consiglio federale. Motivo: l'indice di liquidità, parametro indispensabile per accedere al calcio-mercato e iscriversi al campionato prossimo. Gravina ha intenzione di ridurlo dallo 0,7 precedente allo 0,5 mentre i presidenti di serie A hanno chiesto di scendere fino allo 0,4 introducendo correttivi stravaganti tipo valore storico della rosa. Non solo.
Con una lettera inviata alle 20 di lunedì sera, il presidente della Lega Casini ha preannunciato, in caso di mancato accoglimento della proposta, ricorso al collegio di garanzia del Coni e anticipato azione di responsabilità civile e personale nei confronti dei singoli consiglieri che dovessero approvare la norma. Gravina non si è lasciato intimidire e ha tirato dritto: col prossimo consiglio di maggio varerà il provvedimento che nella stagione 23-24 recepirà quella ancora più stringente dell'Uefa. I consiglieri della Lega di serie A hanno votato contro, quello della serie B si è astenuto. Sul tema Gravina è apparso risoluto: «Non è una questione di contrapposizione, il mio unico obiettivo è l'evoluzione del calcio italiano. Non possiamo dire cambiamo il calcio e poi fare di tutto per conservare lo status quo. Non è accettabile. Bisogna spingere al massimo sull'acceleratore per un percorso di riforme».
È talmente cieca l'opposizione di Lotito&C.
a Gravina da indurre la Lega di Milano a votare contro il professionismo nel calcio femminile, provvedimento poi corretto quando hanno capito che l'assemblea della serie A aveva espresso voto favorevole. «È stato un malinteso» la spiegazione di Lotito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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