Durissima, quanto inattesa, per la Ferrari, la risposta tecnica di Singapore, con un peggioramento di prestazioni passato dalle otto pole-positions stagionali, di cui tre di strettissima misura sulla Mercedes d'Inghilterra, a un peggioramento davvero inatteso, di ben -0,63% del tempo sul giro, più alto anche del minimo annuale d'Austria, di -0,53%.
Infatti, le migliori prove libere per questo gran premio, fino a che si girava nell'area di 1'38, davano una certa prevalenza del Cavallino, che ha fatto sfoggio di elevate potenze di punta e che appariva avvantaggiato nelle potenze in utilizzo, grazie a migliori valori di coppia massima. Poi, d'un colpo, i tempi sono crollati in qualifica, scendendo dal record 2017 di 1'39491 all'inatteso finale di Q3 in 1'36015. Per il leader Vettel, si sono avvertiti soltanto attimi di leggero sotto-sovrasterzo, e non si comprende, al di fuori di errori e a parità di gommatura, come le differenze tecniche abbiano potuto inasprirsi tanto.
Le velocità da Speed-trap hanno indicato un piccolo margine per la Ferrari, a 311,6 km/h, mentre i 308,7 km/h di Hamilton hanno parlato a favore di accresciuta motricità e maggiore deportanza della British-Mercedes.
Quindi, si devono aggiungere migliori caratteristiche d'autotelaio nello sfruttamento delle tenerissime gomme Hyper-Soft. Con una possibilità anche di partenza in Ultra-Soft, per l'unico pit-stop. Insomma, prospettive chiuse.
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