La Ferrari sbanca il Casinò: doppietta rossa a Montecarlo

Vettel e Raikkonen dominano per tutto il weekend. Dopo le qualifiche, una gara perfetta. Solo 7° Hamilton

La Ferrari sbanca il Casinò: doppietta rossa a Montecarlo

di Benny Casadei Lucchi

nostro inviato a Monte Carlo

Ha vinto la Ferrari. Doppietta. Nono successo della Rossa nel Gran premio di Monaco da sempre avaro con i Cavallini. Gara noiosa. Ma se vince la Ferrari si fa festa lo stesso e si ricorderà la corsa come un'iradiddio dello spettacolo. Anche se lo show non c'è stato. Bene così lo stesso. I tifosi attendevano da troppi anni, sedici per l'esattezza, un successo rampante nelle vie del Principato. Accontentati. Di più. Deliziati. Proprio come l'ultima volta, anche oggi è stata doppietta. All'epoca, maggio 2001, fu Schumi-Barrichello, ora è la coppia Vettel-Raikkonen. In quella stagione Michael rivinse il campionato. Che sia ben augurante? Intanto, Seb allunga nel mondiale: fra lui e il diretto rivale, Lewis Hamilton, qui settimo (3° Ricciardo, 4° Bottas) dopo essere partito tredicesimo, c'è un Gp: 25 punti. E la Ferrari, per non farsi mancare nulla, va in testa anche al mondiale costruttori.

Prima del via, un minuto di silenzio per le vittime dell'attentato di Manchester, tutti i piloti e il re Alberto con consorte e i boss del Circus allineati davanti alla partenza. Poi di corsa alle monoposto. Semaforo verde e nulla accade a Sainte Devote. Passa primo Raikkonen e passa secondo Vettel. E' già chiara la strategia Ferrari. Cambio al vertice al pit stop. E così, puntualmente accade: lo si intuisce al giro 34 quando si ferma prima Raikkonen in testa (mossa inusuale) e se ne ha la conferma al giro 39 quando fa la sosta Seb. Per lui pit sotto i 3'', per Kimi pit sopra i 3''. La differenza sta tutta qui e in una manciata di giri veloci fatti da Seb a pista sgombra. Et voilà: il tedesco rientra davanti.

Bottas tiene alta la bandiera Mercedes e chiude quarto dietro a Ricciardo su Red Bull. L'unico a credere veramente di poter fare qualcosa di buono dietro le Rosse è proprio l'australiano che nella seconda parte di gara punta un giustamente scazzato Raikkonen. Oddio. In cambio, Kimi, cedendo la pole e ubbidendo alla strategia del box di Maranello, ha praticamente ottenuto il rinnovo in Rosso. Dopo un simile sacrificio (vincere il Gp di Monte Carlo vale un mondiale nel palmares dei piloti) è il minimo. E poi, come rinunciare ad avere insquadra simile abnegazione?

Ricciardo le prova tutte. Chiude il divario, arriva a un secondo e rotti ma al giro 60 ci pensa la safety a ricompattare tutti. Succede quando Button e Wehrlein si toccano al Portier, all'imbocco del tunnel. Paura per il giovane tedesco della Sauber che resta per diversi minuti dentro l'abitacolo della Sauber con la monoposto in verticale su un fianco. Illeso. Bene così. Ma la safety resta in pista un'eternità perché mentre ripuliscono dai detriti, va a sbattere l'altra Sauber. Si riparte al 66.

Per cui, ricapitolando: sommo giubilo per la vittoria Ferrari; noia mortale per la gara; le comiche nelle retrovie; l'atteso e squillante

“Krazie ragazzi” di Seb e, soprattutto, un Kimi più glaciale del solito che non arriva in parata con il compagno e poi praticamente lo ignora. Va bene il rinnovo di contratto più vicino, ma Monte Carlo è sempre Monte Carlo.

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