Per Bernie Ecclestone il mondiale è di fatto concluso: se pur matematicamente ancora aperto, visti i 40 punti che separano Vettel da Hamilton a fronte di 150 disponibili, per il pilota tedesco non ci sono speranze. Per poter farcela del resto, Vettel dovrebbe vincere tutte le prossime gare con l'inglese secondo.
Più che i meriti del pilota inglese, a decidere a suo favore sono stati gli errori della Scuderia Ferrari, in particolare negli ultimi gran premi: “Vettel è stato chiamato ai box nel momento sbagliato sia a Singapore che Monza. Non sarebbe mai successo ai tempi di Schumacher” ha tuonato Ecclestone in una intervista al quotidiano svizzero Blick.
Un attacco al pilota, ma soprattutto alla gestione sportiva in pista: Todt e Brown vengono considerati nel loro operato su un altro livello rispetto all’equipe attuale dall’ex capo/padrone del Circus.
Intanto, qualche giorno fa lo stesso Vettel intervistato da Sport Bild, aveva espresso una certa nostalgia nel non potersi più confrontare con il connazionale sette volte campione del mondo: "Se Michael stesse bene gli chiederei parecchie cose. Non necessariamente sulla guida, ma sugli aspetti che stanno dietro le quinte: tipo il lavoro di squadra e le dinamiche all’interno della F1”.
Michael infatti più di ogni altri, era sempre a stretto contatto con il management e sapeva come coadiuvare al massimo il lavoro tra la pista e fuori: “Lui possiede parecchia esperienza per via dei suoi trascorsi con la Ferrari”.
Intanto in settimana sia Vettel che LeClerc sono scesi in pista con la
Ferrari, per una due giorni di test atti a migliorare gli pneumatici in ottica 2019: nessuno conosce i tempi, ma il tedesco avrà avuto già modo di misurare il futuro compagno di scuderia. Il tempo per lui, comincia a stringere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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