Elia Pagnoni
Guardando i numeri della serie A potrebbe essere un'anonima sfida tra la sesta e la settima in classifica. A distanze abissali non solo dalla Juve capolista, ma persino dalla zona Champions. Quattordici punti tra il Napoli e l'Inter, addirittura sedici tra il Milan e i cugini. Guardando le panchine, invece, la sfida del San Paolo diventa molto stuzzicante, all'insegna del dove avremmo potuto essere se non dello scusate il ritardo. Già, perché con Rino Gattuso e Stefano Pioli in panchina, Napoli e Milan hanno cambiato marcia rispetto all'inizio disastroso firmato da Ancelotti e Giampaolo. Che è poi quello che ne condiziona ancora la posizione in classifica.
Zlatan Ibrahimovic, senza giri di parole, ha detto che se fosse arrivato a inizio stagione, anziché a gennaio, il Milan avrebbe vinto lo scudetto. Difficile essere altrettanto ottimisti, ma certamente se il Milan fosse stato nelle mani del Normal One Pioli dalla prima giornata, la classifica di Romagnoli e compagni sarebbe stata probabilmente un po' diversa. Così come il Napoli, senza la partenza frenata di un Ancelotti ormai a disagio a casa De Laurentiis, senza gli scontri tra società e giocatori con tanto di provocazioni e polemiche, sarebbe stato in posizione ben diversa. «Non è accettabile avere 15 punti meno dell'Atalanta», ha tuonato Gattuso in settimana dopo aver battuto il Genoa e aver rilanciato gli azzurri (4 vittorie su 5 partite dalla ripresa del campionato) nella corsa al quinto posto, che adesso diventa l'obbiettivo platonico di tutte e due le squadre, oltre che della Roma.
Ma stasera per Gattuso sarà una gara speciale anche per un altro motivo: la prima dell'ex Ringhio rossonero da allenatore contro la squadra della sua vita da calciatore, quella dei trionfi europei e mondiali, ma anche quella che ha portato a un punto dalla zona Champions un anno fa. È la partita nella partita, che vedrà Rino, tra l'altro, contro un compagno di squadra dell'ultimo scudetto, proprio quell'Ibrahimovic che rischia di dargli qualche dispiacere. «Ragazzi, sarà una partita brutta assai...», il concetto espresso da Gattuso alla squadra anche dopo la rifinitura - diventata quasi un rito scaramantico - svolta al San Paolo. Già, perché il Milan del post Covid sta infilando una serie incredibile di successi in crescendo: 2-0 alla Roma, 3- 0 alla Lazio, 4-2 alla Juve. Se non fosse stato per il fortunoso pareggio di Ferrara, i rossoneri dopo la pandemia avrebbero un passo da scudetto: 13 punti su 15 con una media di 3 reti a partita.
Mentre Pioli, già di fatto liquidato dalla Elliott Corporation, non si scompone, anzi vuol sentir parlare del futuro solo fino al 2 agosto: «Non so se il club abbia già deciso qualcosa, ma nessuno di noi se ne sta preoccupando. A noi interessa soltanto migliorare la classifica». E allora vuoi vedere che Napoli-Milan, Gattuso contro Pioli, potrebbe diventare persino il derby dei rimpianti di Singer&Gazidis?
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