Una «frenatina» in una notte complicata. La serie di vittorie si ferma a 11, ma non si interrompe la serie positiva dell'Atalanta che mantiene il primato - il Napoli può solo raggiungerla oggi battendo il Venezia, respinto l'aggancio dell'Inter - prima di preparare i bagagli per Riad dove stapperà anche lo spumante per il nuovo anno. Quello appena trascorso è stato straordinario per numero di vittorie, di gol segnati e di un trofeo finalmente in bacheca. Il 2025 potrebbe essere quello della consacrazione anche in Italia, visto che la Dea riesce sempre - anche in serate difficili - a portare a casa il risultato.
A regalare il sorriso in una notte che dicevamo complicata è stato Marco Brescianini sui titoli di coda di una gara che la Lazio ha a lungo controllato e giocato sui suoi ritmi. Il centrocampista è stata la scelta «disperata» di Gasperini nel finale di partita in cui l'Atalanta stava facendo un incredibile forcing per riequilibrare la sfida. Azione fortunosa quella che porta al pari con il quarto gol stagionale dell'ex Frosinone, ma grande rammarico per la Lazio che per un tempo era riuscita a togliere fiato e spazi all'avversario, con un pressing che aveva di fatto «narcotizzato» le iniziative nerazzurre.
Senza il bomber Retegui (che sarebbe stato prezioso nella lotta in area contro i «mastini» Gila e Romagnoli) e il terzino Ruggeri, sempre utile in fase di spinta, l'Atalanta soffre molto. Incassando a metà primo tempo il gol di Dele-Bashiru - pescato ottimamente da Rovella - la soluzione tattica preparata da Baroni per contrastare la Dea. Una rete che aveva premiato i biancocelesti che già avevano testato i riflessi di Carnesecchi (due parate su Castellanos) e avevano colpito l'incrocio dei pali con Guendouzi.
Il secondo tempo regala un altro copione: la squadra di Gasp più propositiva con i cambi (il fischiatissimo Zaniolo e Samardzic oltre al decisivo Brescianini. Tranne Lookman, che trova un Provedel reattivo e conclude a pochi centimetri dal palo e poi fornisce l'assist per l'1-1, aveva deluso il fronte offensivo di Gasp con Pasalic per una volta avulso dalla gara e un De Ketekaere «ingabbiato» dalla difesa biancoceleste.
La Lazio ha il demerito di non chiudere la gara (gravi gli errori di Dia, in un'occasione ipnotizzato da Carnesecchi) e poi incassa l'1-1 che lascia l'amaro in bocca almeno quanto il rotondo 0-6 subito dall'Inter. I biancocelesti - dopo aver festeggiato il Capodanno - giocheranno il derby con la Roma.
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