Gli olandesi esultano per il 5-1 sulla Spagna e i tifosi brasiliani ci ridono sopra perché è la squadra di Diego Costa, ritenuto in Brasile «traditore della patria». Un brasiliano che aveva già indossato la maglia del suo Paese d'origine ma l'ha rinnegata. Pare che solo la piccola Lagarto, cittadina dello stato di Sergipe nel nordest, dove l'attaccante dell'Atlético Madrid è nato, facesse il tifo in Brasile per il giocatore. E qualcuno del paesetto ha portato uno striscione in suo sostegno allo stadio Fonte Nova, Salvador.
Curiosamente lo stesso aveva esordito nelle due nazionali contro l'Italia: col Brasile nel 2013 e con la Spagna nel 2014. Dopo l'amichevole con gli azzurri, Diego Costa giocò successivamente contro la Russia nella sua seconda ed ultima presenza con la nazionale A brasiliana, sempre nel 2013, anno in cui ottenne anche la cittadinanza spagnola. Convocato nuovamente da Luiz Felipe Scolari, commissario tecnico del Brasile, rifiutò la chiamata perché si era già accordato con la Spagna. La Confederazione Brasiliana di Calcio (Cbf) voleva persino togliere, senza successo, la nazionalità del Paese natio all'attaccante. Diego Costa non è l'unico brasiliano a giocare per una nazionale straniera in questa Coppa del Mondo: Thiago Motta (Italia), Pepe (Portogallo), Eduardo da Silva e Samir (entrambi della Croazia). Ma lui i tifosi locali non lo hanno perdonato. Palla a Diego Costa, fischi. Diego Costa sostituito al 62', fischi. «Diego, viado (finocchio)», urlavano i brasiliani. L'attaccante della Spagna ha avuto una sola reazione: quando l'arbitro ha fischiato il rigore, li ha zittiti. Il giocatore l'ha presa con filosofia: «Ho avuto il diritto di scelta. Pure loro hanno il diritto di fischiare».
Potete immaginare quel che potrà succedere se Brasile e Spagna si incontreranno agli ottavi. Ma intanto la Spagna deve pensare al Cile, alla sfida di mercoledì a Rio, che diventa già decisiva. Se la squadra guidata da Vicente del Bosque perde saluta in anticipo al Mondiale. Come la Francia 2002 e l'Italia 2010, campioni in carica eliminate alla fase di gironi. In gare ufficiali bisogna risalire al Mondiale 1950 proprio in Brasile contro i padroni di casa per una simile debacle: 6-1.
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