"I soldi della Premier pagano la delusione azzurra"

Emanuele Giaccherini: "Ingaggio triplicato, lo rifarei. Non è per quello che ho perso l'Italia"

Viva Giaccherini. Perché dice la verità. «Sono andato a giocare in Inghilterra perchè mi hanno triplicato l'ingaggio, rispetto alla Juve. Diversamente non c'erano motivi per trasferirmi al Sunderland». Si chiama parlare chiaro. Altro che scelta di vita e progetto. L'onestà intettellettuale di Giak non ha prezzo.

Emanuele, il trasferimento vicino al confine con la Scozia le è costato il mondiale...
«Non penso sia stato quello, rifarei la scelta perché lassù ho vissuto situazioni positive. Ci siamo salvati con una giornata d'anticipo dopo l'esonero di Paolo Di Canio. Avere lasciato Torino è stato indolore, considerato il terno secco, sul piano economico».

Ma i 5 gol nella Premier non hanno convinto Prandelli...
«L'esclusione dai 30 mi ha deluso, ovviamente ogni atleta nel giro sogna il mondiale. Sarò grato al ct per la valorizzazione, in azzurro do sempre il massimo, per la nazione».

Vent'anni fa Gianluca Vialli, non convocato, entrò in “fredda” con gli azzurri in polemica con Sacchi che lo escluse, assieme al portiere Walter Zenga...
«Io da bambino ho sempre tifato Italia, sono fiero di aver contribuito alla qualificazione, spero che i compagni raggiungano la finale e la vincano: magari contro il Brasile, però la logica direbbe Brasile-Spagna».

A 29 anni, il bilancio rischia di fermarsi a 3 gol in 19 gare...
«Ho segnato ai verdeoro in Confederations e nelle amichevoli precedenti, con Nigeria e Haiti. A marzo, in Spagna, ero subentrato per gli ultimi 25'».

Prandelli l'aveva avvisata?
«No, del resto non ha telefonato a nessuno degli esclusi. Ho diluito l'amarezza assieme all'amico Alberto Gilardino, ci siamo rincuorati a vicenda: pure la sua delusione è un segnale positivo, di affetto alla nazionale».

Il torinista Darmian viaggia sulle orme di Cabrini, debuttante a 21 anni al mondiale del '78, in Argentina.
«Se il ct ha deciso di lanciarlo, significa che è pronto per essere titolare. Azzardò pure con me, all'Europeo, facendomi esordire con la Spagna: la fermammo sull'1-1».

Roy Hodgson era irriso dalla Gialappa's band, all'Inter venne esonerato e pure dall'Udinese…
«Gli inglesi sono molto contenti, è un grande manager, genera approvazione».

L'Inghilterra è inferiore agli azzurri?
«Già passare il turno per loro sarebbe una vittoria, considerato il girone con l'Uruguay, nonostante abbiano giocatori forti, per arrivare in fondo. Rooney resta imprevedibile, nel Liverpool Sturridge va a fiammate, mentre Sterling è velocissimo, ha il motorino. E Lallana nel Southampton brilla per tecnica. Serve attenzione a quel poker offensivo: comunque faticherà, contro Barzagli e compagni».

La sfida dove si può decidere?
«Quando l'Italia è in possesso palla, con i

giocatori fra le linee può trovare la superiorità numerica in mezzo al campo, grazie al 4-4-2».

Uscirà l'Uruguay?
«Ho giocato con Caceres, alla Juve. Se la giocano in tre, a me basta passi l'Italia...».

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