Icardi aggiunge un capitolo per la ristampa della sua autobiografia dal titolo: così ho salvato Frank o almeno ho provato. Il capitano ripudiato dalla curva, ma applaudito da tutto lo stadio. Anche se la partita dell'Inter contro il Torino meriterebbe un romanzo. Un concentrato di emozioni, paura, tensione tra papere e autoscontri. La risolve una doppietta di Maurito: il gol decisivo è un gioiello a un minuto dalla fine. Una vittoria non solo di carattere perché si rivedono anche il gioco di De Boer.
Ma come si fa dar torto all'allenatore olandese quando dice che «l'Inter, anche se mi cacci il problema resta». Ci sono due flash della sfida con il Torino che rendono l'idea di come il problema non riguardi solo la guida tecnica. Il pareggio del Torino nella ripresa nasce da un autoscontro tra Murillo e Ansaldi che finiscono a terra e Belotti s'invola e segna. L'altro scatto è il mancato gol che avrebbe riportato quasi subito in vantaggio: Icardi mette a un passo dalla porta Brozovic che colpisce di testa ma centra la spalla di Moretti che salva involontariamente sulla linea. Ma non è finita perché lo stesso capitano nerazzurro tutto solo a centro area si fa murare da Hart. Da non credere, ma è la conferma che in questo momento all'Inter gira tutto storto. Non si può però ridurre tutto a una questione di sfortuna o a un rigore dato o non dato: ne recriminano uno a testa i due nemici in amore, Icardi per un pestone e Maxi Lopez per una trattenuta.
Infatti De Boer ci mette del suo ultimamente con le scelte perché ripropone Nagatomo in difesa, orfano di Medel allestisce un centrocampo ultra tecnico ma anche ultra leggero con Brozovic e Banega ai fianchi di Joao Mario. Fatica nel recupero palla e con una squadra come il Torino organizzata e rintanata se non riesci sorprenderla diventa tutto più complicato. Anche perché De Boer dà l'impressione di aver preparato la partita come con il Southampton. Massima attenzione per non andare in svantaggio per l'ennesima volta per poi sfruttare la prima occasione. Copione rispettato complice la papera di Hart nel primo tempo che manda in gol Icardi: l'ex City in uscita non blocca la palla, ma respinge sulle gambe dell'attaccante e la palla finisce in rete. Poi l'altrettanto incredibile pareggio granata e l'assalto pieno di sfortuna dell'Inter. Ma Maurito scaccia l'incubo quando tutto sembra perduto, compresa la panchina per De Boer, si inventa la prodezza a due minuti dalla fine: controllo spalle alla porta e girata con un missile imprendibile.
Comunque sul destino dell'allenatore che ha ammesso «è stata la partita più difficile della mia carriera» molto di più si capirà nell'assemblea dei soci di domani. Mancherà Thohir che questa mattina è dovuto rientrare in tutta fretta a Giacarta per l'aggravarsi delle condizioni del padre. Il presidente dopo essere sbarcato ieri mattina nell'incontro con Steven Zhang, figlio del numero uno di Suning, Zhang Jingdong, ha ribadito la linea difensiva nei confronti di De Boer, concetto ripetuto poi alla squadra nel pomeriggio prima della partita e poi all'ingresso a San Siro per la partita. «Noi tutti, io, Suning e il management sosteniamo completamente il nostro tecnico. Insieme possiamo sopravvivere», ha detto Thohir. Che poi ha mandato un paio di messaggi dritti ai giocatori dopo aver sottolineato che contro Juve e Roma la squadra aveva giocato bene: «Devono capire cosa significa vestire la maglia dell'Inter»; «Non stanno giocando come vorremmo». Una pillola anche per De Boer: «Il calcio è legato ai risultati». Quindi il richiamo all'unità: «Non bisogna farsi prendere dal panico. Non accusarci l'uno con l'altro. Dobbiamo essere un gruppo unico».
Quindi indirettamente sulla presunta spaccatura all'interno della società: «Le decisioni? Siamo compatti come team, il leader deve farsi sentire nei momenti buoni e meno buoni».
Anche se Thohir non si era fatto sentire dopo la folle domenica tra il caso Icardi e le rovinose sconfitte con Cagliari e Atalanta. Resta il fatto che una parte della società spingeva per Leonardo. La doppietta di Maurito ha rimescolato le carte e Moratti ha detto: «Se ripartiamo dal Torino giusto non cambiare De Boer».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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