Gli occhi di Mazzarri talvolta parlano e talvolta guardano. Quando parlano, magari a bordo campo, dicono la verità. Quando guardano ci deve essere un problema: non a caso l'allenatore dell'Inter spesso racconta partite che nessuno ha visto. Le fotografa così diverse dai comuni mortali, si tratti di giornalisti o tifosi (nel caso specifico dell'Inter), che c'è da farsi prendere dal sospetto: ma abbiamo visto la stessa partita? E quando non sfodera l'alibi contro gli arbitri, rifila quattro ceffoni al povero Kovacic che ormai è la vittima predestinata. Come è stato dimostrato nel dopo Juve: Pirlo gioca bene? Colpa di Kovacic. Lichtsteiner segna il gol? Colpa di Kovacic (come se Juan Jesus e Nagatomo dovessero fare i turisti). Il centrocampo è molle? Colpa di Kovacic. I sassi contro il pullmann nerazzurro? Magari Kovacic avrà avuto un pizzico di colpa.
Capitava anche a Balotelli con Mourinho: era il capro espiatorio e Mou si tirava il resto dello spogliatoio dalla sua parte. Non è chiaro se a Mazzarri sia riuscito lo stesso effetto. O magari effetto opposto, essendo lo spogliatoio composto da un gruppo di giovani e da un gruppo di senatori argentini che nel cuor gli stanno. L'Inter non è più pazza, oggi è soltanto desolante. Lo dicono i numeri, classifica e le classifiche: ultima nel girone di ritorno (solo 2 punti), in zona retrocessione negli ultimi 10 incontri di campionato, mai vincente nel 2014 (2 soli gol all'attivo), quattro sconfitte nelle ultime 4 trasferte (nel 2014 sono tre più quella in coppa Italia). Le sconfitte pesano sempre più anche per il futuro del tecnico. Thohir ha promesso fiducia, ma non è un fesso. L'IndoInter per ora è pesantemente in rosso: solo un successo e due pari da quando Et è diventato padrone. Moratti non poteva sperare di più per farsi rimpiangere. Anche se il popolo nerazzurro comincia a tenere il conto delle passività tecniche, non solo finanziarie, lasciate dal vecchio presidente.
E il caso Mazzarri potrebbe creare una grande spaccatura: il tifo comincia a contestare scelte e modo di gestire gioco e formazioni. Naturalmente c'è chi gli regala ancora fiducia, ammettendo che la rosa è tecnicamente scarsa (ma c'è di peggio in serie A). E la società cosa fa? Aspetta che Thohir si svegli e cambi facce. Intanto le accuse volano: squadra poco energica, gioco avventuroso, anzi scomparso, difesa perennemente mal registrata, qualche giocatore fuso dalla fatica di correre, qualcuno inadeguato, gestione incomprensibile dei giovani, soprattutto Kovacic e Ranocchia. Sarà un caso se il giovane croato (occhio: anno di nascita 1994) vien spesso sostituito, continua a cambiare ruolo senza capirci più niente, gioca in persistente stato confusionale? Sarà un caso se Ranocchia sarebbe stato felice di andarsene e, comunque, se ne andrà a fine stagione? Conte è un suo estimatore ed è certo di recuperarlo nel giro di un paio di mesi. Perfino Samuel c'è rimasto male: poteva andare a Firenze ma è stato fermato. Il caso Guarin è stato un capolavoro di incapacità gestionale: dopo il pasticcio di mercato, lasciato a casa, nemmeno in panca a Torino. Conte ha fatto lezione: Vucinic in panchina eppoi in campo. Una volta di più, la Juve avrà ringraziato la buona scelta quando si pose l'alternativa con Mazzarri.
Domenica Mazzarri avrebbe voluto evitare la conferenza stampa: aveva gridato nello spogliatoio, Kovacic si era preso il solito rimbrotto, stavolta ce n'era anche per Palacio causa le palle gol sprecate, dopo avere salvato la squadra in diverse partite. Poi WM si è deciso e tanti hanno scoperto di aver visto un'altra partita. Non valgono più nemmeno gli alibi. Un vecchio intenditore, bianconerazzurro, come Boninsegna ha semplificato in poche parole: «Credevo fossimo su Scherzi a parte quando ho visto la difesa prendere certi gol. Uno sbando totale».
Ed ora all'Inter e al tecnico non resta che correre: in campo, in classifica, nel ricreare dignità ad una squadra che non può essere così disastrosa. Sarà un caso se le vacanze lunghe, concesse per volere degli argentini, hanno fatto partire il disastro fisico e gestionale? C'è ancora un posto in Europa da conquistare. L'anno passato Stramaccioni giocava perfino con Schelotto, Benassi, Pasa e Rocchi, eppure a questo punto l'Inter aveva 7 punti in più. Oggi la squadra possiede in Hernanes un jolly calcistico, una iniezione di qualità, ma non la soluzione che faccia cambiare faccia.
ET si è svenato, ora tocca all'Inter ripagare. La partita con il Sassuolo diventa cruciale per non terremotare il futuro. Prima di tutti quello dell'allenatore. Volendo, Stramaccioni è ancora sotto contratto. Non potrà fare di peggio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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