Molto meglio che a Lecce, soprattutto con meno affanno e fatica: l'Inter passeggia contro lo Spezia (3-0) e resta a punteggio pieno in testa alla classifica. Punteggio a parte, nulla di speciale e il mercato chiuso (?) in uscita non c'entra: la squadra spezzina non può reggere il confronto e nell'occasione dà il peggio di sé, almeno per quanto visto quest'anno. Serve poco più di mezz'ora all'Inter per trovare le chiavi e spostare il pullman che Gotti ha piazzato davanti a Dragowski. È Barella che innesca la LuLa, pescando Lukaku al limite dell'area: torsione e assist volante per il sinistro di Martinez, abilissimo a calciare e prima ancora a sfilarsi dalla marcatura stretta di Kiwior. Gol bellissimo e meritato, dopo quelli mancati da Bastoni, Dumfries e due volte dallo stesso Lautaro.
Alla notte dell'Inter manca solo il gol più atteso tra tutti, ovvero quello del figliol prodigo Lukaku, che non segna a San Siro dalla festa scudetto del 23 maggio 2021. Stavolta si arrende alla trasversa, dopo un bell'innesco di Bastoni. A metà ripresa, Big Rom fa spazio a Dzeko, perché più del gol personale per Inzaghi conta evidentemente l'equa divisione di oneri e onori, la stagione è molto lunga e la prima parte intensa e traditrice.
Mai visto uno Spezia tanto difensivo in 2 stagioni di Serie A. Aquile arroccate davanti a Dragowski (che già di suo non è Provedel, auguri). Difesa sostanzialmente a 5 con Gyasi a destra e Reca a sinistra costretti a fare i terzini su Dimarco e Dumfries, Nzola abbandonato fra i marcantoni nerazzurri e Agudelo sacrificato sulle tracce di Brozovic. Resta da capire se quella di Gotti è scelta definitiva o solo scelta anti-Inter, in ogni caso buona fortuna, perché l'impressione è che ne servirà tanta per centrare la storica terza salvezza consecutiva col terzo differente allenatore.
Inzaghi lascia Gosens inizialmente in panchina (dentro anche lui a metà ripresa) puntando sulla maggiore condizione di Dimarco, che corre tanto e calcia bene da fermo, però non è Perisic, anche per una banale questione di chili e centimetri. Sul binario sinistro, mille volte decisivo nelle due ultime stagioni, quest'anno l'Inter pare destinata a soffrire. Altro passo e altra resa per Dumfries, tra i più pericolosi finché la partita resta in equilibrio.
Meno spettacolare, il raddoppio di Calhanoglu, che all'alba della ripresa chiude di fatto la partita. Dopo la percussione di Lukaku, la flipperata fra Skriniar e Kiwior porta il pallone sul destro del turco, che non fallisce dal cuore dell'area. Da lì in poi, la partita è pura accademia, perché allo Spezia andrebbe evidentemente bene perdere con un punteggio numericamente non pesante, mentre all'Inter interessa solo arrivare al 90' senza danni e senza subire gol (prima volta in stagione, amichevoli comprese).
Va male a Gotti, perché Dzeko (dazione, dribbling sul portiere e assist) e Correa (gol, facile facile) infiocchettano la vittoria nerazzurra. Gli ultimi 6 minuti sono per Asslani, debuttante nerazzurro di grandi prospettiva. Sabato a Roma contro la Lazio, sarà certamente più difficile.
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