Mancini scopre che la Signora ha una certa età

I bianconeri hanno 41 anni più dei rivali. E' l'unico numero a favore dell'Inter ma il tecnico lo sfrutta nei duelli chiave

Mancini scopre che la Signora ha una certa età

Una valanga di cifre, neppure una a favore dell'Inter, gol, tiri in porta, tiri fuori, punti, vittorie, possesso palla, legni colpiti, non ce n'era una che girasse bene. Eppure c'era un particolare a favore del Mancio, l'età. Lette le formazioni ballavano qualcosa come 41 anni di differenza a favore dell'Inter, una enormità. E questo al Mancio sembrava un segnale, Handanovic sei anni meno di Buffon, Kovacic 15 meno di Pirlo, Icardi nove meno di Tevez, erano o non erano questi i duelli chiave del 163esimo derby d'Italia? E allora! Dai che nel finale i campioni d'Italia c'hanno un crollo e arriva la gioventù. E poi comunque bisognava giocarsela.

Al Mancio intanto lo avevano avvertito prima ancora, giusto per rincarare la dose: stai attento al primo quarto d'ora, loro ne hanno fatti sei, voi ne avete presi sei, a voi il primo quarto d'ora porta male, a loro porta i tre punti. Fai passare il primo quarto d'ora e poi vai via liscio, tranquillo, gira così. Ah, poi occhio all'Apache, quello è il capocannonire, ne ha già fatti dieci...

E il Mancio ha fatto sì, sì, con la testa, come a dire che con lui è inutile star lì a farla troppo lunga. Tevez lo conosce come le sue tasche, figuriamoci, e poi lui è andato via che era campione d'Italia, e giusto per restare in tema quando è venuto qui a Torino a giocarsi la finale di Supercoppa se l'è portata a casa con un gol di Veron nei supplementari. Era il 2005. Dov'era Allegri nel 2005? Allenava la Spal? Ma dai.

Insomma il prepartita è andato via così, scontato, come la partita quando è iniziata, uguale. Dopo soli cinque minuti Tevez l'ha messa su prodezza di Vidal. Il quarto d'ora è stato ancora una volta fatale, il centravanti 2.0 più border line della storia del calcio, cresciuto fra abbandoni, delinquenza, sparatorie, uccisioni e sequestri, ha mostrato il volto pulito del calcio. Magari Carlitos tornerà nel suo barrio nel quartiere più cimicioso di Baires come aveva promesso subito al suo arrivo, magari vestirà nuovamente la maglia del Boca, ma intanto la mette, la sua undicesima è all'Inter, dall'altra parte il giovane Maurito non l'ha mai vista per tutti i 45', sembrava un uccellino nella gabbia, attraversava il campo in orizzontale, questo gli era consentito.

Poi c'era questa storia dei duelli, Handanovic ha iniziato con un bottino di 159 tiri parati da inizio campionato, dopo il primo tempo era già a 162, con almeno una prodezza seria su Pogba e un'altra su Pirlo. Buffon fermo a 85. E poi anche il duello a distanza fra Pirlo e Kovacic non era certo entusiasmante per il croato che correva di più, toccava più palloni, ma poi la sostanza... Dunque, peggio di così non si poteva, e non si capiva proprio come invertire la rotta, per il Mancio gli uomini a disposizione erano quelli, con Palacio a letto con il termometro in bocca, Osvaldo buono per venti minuti, al massimo mezz'ora, e il giovane Bonazzoli grande prospettiva, ma in proiezione, non ieri sera.

Ma c'era la storia dell'età, oh, è andata proprio così, nel finale è uscita la gioventà, hanno pesato quei 41 anni di differenza, poteva finire in qualunque altro modo, ma Icardi prima l'ha messa anticipando secco Bonucci e Buffon e poi è riuscito a metterla fuori quando era ancora più facile.

E ne sono fioccate altre, l'Inter correva, la Juve arretrava, sparita, con Osvaldo che avrebbe volentieri messo le mani addosso a Icardi quando non l'ha servito in area solo come un'aquila. Quando l'inter è rimasta in dieci per il rosso a Kovacic che razzolava a cresta alta come un galletto nella sua aia, il più era fatto. l'Inter è giovane, il Mancio deve lavorare su questo.

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