Inter, Raine Group sa fare il prezzo giusto

La banca ha già chiuso con successo la clamorosa cessione del Chelsea

Inter, Raine Group sa fare il prezzo giusto

Sul fronte caldo della vendita dell'Inter la famosa Isola del tesoro, romanzata da Robert Louis Stevenson, assume le sembianze di una banca d'affari.

Da un lato l'ambiziosa valutazione fatta dalla famiglia Zhang, dall'altro lato la discesa in campo di Raine Group, già al lavoro da tempo per trovare un acquirente con i fiocchi dopo aver gestito a cifre monstre il passaggio del Chelsea dal russo Roman Abramovich a un consorzio guidato dall'imprenditore americano Todd Boehly. Il tutto concretizzatosi per un valore vicino ai 5 miliardi di euro.

Gli Zhang non pensano certo di spingersi fino a tanto, ma da Raine Group si aspettano molto. Di certo più di quanto gli abbia fruttato l'affidamento a Goldman Sachs, fermatasi al palo con gli 800 milioni messi sul piatto dai sauditi del fondo Pif e dagli statunitensi di Bc Partners.

Per un semaforo verde alla possibile vendita interista si parla di quasi 1,2 miliardi di euro tra valore del marchio, valore della rosa, proprietà della Pinetina e possibile nuovo stadio all'orizzonte.

Mettersi nelle mani di Raine Group significa strizzare l'occhio con decisione a un futuro a stelle e strisce.

A maggior ragione ripensando al ruolo avuto dalla banca d'affari nella cessione della franchigia NBA dei New Jersey Nets, nella nascita del New York City FC sotto l'egida emiratina del City Football Group o nelle rispettive vicende in MLS tra Inter Miami e DC United.

Tra l'altro nel 2013 Raine Group aveva già avuto contatti con Suning, intervenendo all'epoca come advisor per la cessione dell'emittente PPTV ai cinesi e alla società Hony Capital. Le mani in pasta ci sono, adesso servono i soldi. E la vicenda Chelsea potrebbe fare scuola, visto che Boehly in quell'occasione aveva vinto la volata contro altri due maxi gruppi americani guidati rispettivamente da Stephen Pagliuca e dai co-proprietari dei Philadelphia 76ers, Josh Harris e David Blitzer.

In extremis aveva provato a inserirsi anche il britannico Sir Jim Ratcliffe, ricchissimo capo supremo del colosso petrolchimico Ineos con 5 miliardi di euro pronti sul tavolo. La matematica non mente, Zhang non è disposto a uscire sconfitto in termini economici perché, dopo aver sganciato 270 milioni di euro nel 2016 per acquistare la quota di maggioranza, ha irrorato oltre un miliardo di euro negli ultimi sei anni.

E

poi c'è il prestito a firma Oaktree, che pesa su Suning, ma indirettamente sull'Inter perché il club è stato dato in garanzia. Per questi motivi il potenziale acquirente ha un identikit ben definito: non si fanno sconti.

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