Inter, il vecchio Dzeko per risentirsi grande e la sosta per ricaricarsi

Nella sfida con l'Atalanta la doppietta del bosniaco regala un'altra vittoria in rimonta e il primo scontro diretto

Inter, il vecchio Dzeko per risentirsi grande e la sosta per ricaricarsi

Dzeko regala a Inzaghi 51 giorni di tempo per ricaricare le batterie della speranza. L'Inter batte in rimonta anche l'Atalanta e resta a -11 punti dal Napoli capolista. Che sono tanti, ma tante sono anche le partite che restano da giocare, cominciando proprio da quella del 4 gennaio, quando Spalletti viaggerà verso la San Siro nerazzurra. Dzeko su tutti e con lui Calhanoglu e Lautaro Martinez. Nasce da loro l'azione che inverte l'andamento della sfida: destro morbido del turco, testa a prolungare dell'argentino, zampata acrobatica del centravanti bosniaco, per l'1-1 che dopo 36 minuti nessuno si aspetta e che l'Inter non merita nemmeno, dominata com'è stata fin lì da un'Atalanta quasi perfetta. Quasi, perché in quel momento avanti solo di un gol, il rigore segnato da Lookman e regalato a Zapata dal sempre più incerto De Vrij. Mezz'ora abbondante di splendida Atalanta, con Gasperini che incarta Inzaghi in ogni zona del campo. Solito uomo contro uomo dei giorni belli, con Scalvini ovunque su Barella, Pasalic su Calhanoglu ed Ederson su Miki, più gli accoppiamenti logici sulle fasce e quelli naturali sulle punte, col risultato che Koopmeiners (gli toccherebbe Bastoni, che però non ha mai tempo di attaccare) diventa l'uomo in più in mezzo al campo.

Resta da capire perché nell'intervallo di una partita fino al rigore sostanzialmente dominata, Gasperini scelga di cambiare modulo, inserendo Malinovskyi per Scalvini, una di quelle mosse da scienziati della panchina che chi guarda non sempre capisce, soprattutto se poi i risultati non sono positivi. Al quarto d'ora, la partita infatti è già finita: prima Dzeko in anticipo su Maehle, e poi Palomino per anticipare sempre Dzeko, battono l'incredulo Musso, fin lì senza vere parate all'attivo. Una distrazione collettiva regala proprio a Palomino (reclutato in extremis per l'infortunio di Toloi nel riscaldamento) lo spazio per il 2-3 che regala solo l'illusione ai bergamaschi, mai veramente vicini al pareggio.

Inter salda e gasata e per nulla stanca come poteva essere considerando che 10 titolari su 11 erano gli stessi del mercoledì precedente contro il Bologna (l'11esimo era Acerbi e sarebbe stato meglio non cambiare neppure lui), mentre Gasperini rispetto a Lecce, dove aveva perso anche per eccesso di turnover, aveva addirittura 8 giocatori freschi. È la prima vittoria di Inzaghi contro una squadra di vertice, ma andrà ribadita contro il Napoli. Il tecnico è ovviamente ottimista e non solo per contratto: «Dobbiamo ripartire da quanto fatto nelle ultime 7 partite. Abbiamo quasi 2 mesi per eliminare alcuni difetti e recuperare giocatori importanti».

Per l'Atalanta è la terza sconfitta consecutiva in casa (dopo Lazio, Napoli), la terza in una settimana (dopo Napoli e Lecce). Insomma, dalla maglia rosa indossata per due mesi (Gasperini dixit) i bergamaschi sono rapidamente usciti anche dalla zona Champions.

«Se l'obiettivo è quello, siamo fuori strada», spiega sibillino il tecnico, non senza lamentarsi di una rosa... troppo vasta. «Avevo chiesto un'altra cosa, i programmi vanno condivisi». A Bergamo non sarà una sosta serena.

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