"Io, Luminosa per caso e campionessa per scelta. Vinco perché mi diverto"

Luminoso Bogliolo, 25 anni, in gara ai campionati italiani dopo l'oro in Diamond League: "Che gioia i miei ostacoli". Corre per le Fiamme Oro

"Io, Luminosa per caso e campionessa per scelta. Vinco perché mi diverto"

Una luce luminosa in fondo al tunnel. La tre giorni di Assoluti di Padova è un primo passo verso la normalità dopo lo stop per la pandemia. In questo scenario, dove è consentito l'ingresso al massimo a 500 spettatori, il sorriso raggiante di Luminosa Bogliolo, ostacolista azzurra delle Fiamme Oro, è la miglior medicina contro il virus. Medicina che è anche il mondo professionale intrapreso da questa 25enne ragazza di Alassio, studentessa di veterinaria per seguire le orme del papà Valentino. In attesa della laurea, è sulla pista di atletica che Luminosa, un oro alle Universiadi, cerca la lode: ovvero quel record italiano dei 100 ostacoli che la Bogliolo da due anni accarezza (1278 di personale contro il 1276 del primato nazionale di Veronica Borsi, datato 2013). Un limite che potrebbe cadere presto, persino oggi, anche se, «non è il mio primo obiettivo di questi campionati italiani, punto a vincere. Certo, se viene il tempo ancora meglio...». Reduce dal trionfo di Stoccolma in Diamond League - prima italiana a riuscirci, nonché primo successo azzurro dopo quello sfortunato di Tamberi a Montecarlo nel 2016 che gli costò i Giochi di Rio - Luminosa si sta piano piano abituando al sapore della vittoria. Lei che prima di passare all'atletica aveva altri ostacoli da attraversare: i paletti degli sci.

Luminosa, scusi la domanda. Come mai questo nome evocativo e perché?

«I miei genitori avevano conosciuto una ragazza che portava questo nome. Per questo, mi chiamo così. Mi piace il mio nome, sono soddisfatta».

Oggi (batterie 17.20, finale 18.25, in TV su Raisport) lei sarà impegnata nei 100 ostacoli.

«Sì, voglio fare una bella gara. Punto alla medaglia d'oro, senza pensare al tempo. Quello viene di conseguenza».

Prima, però, si è tolta la soddisfazione di vincere una gara di Diamond League.

«Mi prendo questa vittoria, consapevole però che siamo in un anno particolare. Metà delle atlete del mondo non può gareggiare. Io sono uscita non soddisfatta della mia prestazione, per via di qualche problema avuto in partenza».

Come fa a conciliare studi e atletica?

«Ora come ora ho rallentato con gli studi. Mi sto dedicando quasi a tempo pieno agli allenamenti in vista di Tokyo. Faccio avanti e indietro tra il campo di Pinerolo e Alassio, in base al clima. In più il mio fidanzato (Lorenzo Perini, anche lui ostacolista, ndr), abita a Saronno. Sono sempre in macchina».

Dopo la scomparsa di Pietro Astengo, ora è seguita da Ezio Madonia, ex grande sprinter e Antonio Dotti.

«Mi trovo benissimo. Avere due allenatori che mi seguono mi aiuta tanto. Ezio è il mio punto di riferimento: sono cresciuto con lui e con Emanuele Abate (primatista italiano dei 110 hs), anche lui di Alassio, terra di ostacolisti. Dicono i miei allenatori che mi piace così tanto la mia gara che andrei a dormire con gli ostacoli. Gli ostacoli per me sono un divertimento, non un grande problema. Bisogna sapersi adattare».

È vero che ha iniziato un po' tardi con l'atletica leggera?

«Già, ho fatto tantissimi sport, compreso lo sci alpino. Come Davide Re. Solo che a differenza sua amavo i fuori pista, non ero molto concentrata. Fatto sta che poi ho scelto l'atletica: mi viene così naturale».

Tutto il mondo corre ed è sempre più difficile fare risultati a livello

internazionale.

«Sì, eppure il nostro movimento è cresciuto negli anni. Penso a Davide Re, ai duelli tra Filippo Tortu e Marcell Jacobs. Tutto questo fa crescere il movimento e l'interesse per il nostro piccolo mondo».

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