L'Iran torna a giocare in un campionato mondiale di calcio e, come sempre ,quando c'è di mezzo questo Nazione non si tratta mai di una semplice partita.
L'Iran si porta dietro, infatti, tutta la storia, la cultura e i problemi che accompagnano il Paese. Il tecnico Carlos Queiroz conosce bene tutta questa situazione e nelle ore che precedono la sfida mondiale di esordio contro la Nigeria ha voluto parlare chiaro lanciando messaggi ai suoi giocatori, ai tifosi e soprattutto a Teheran. Paura, crisi e disinteresse sono gli avversari da battere.
La qualificazione alla fase finale dei Campionati del mondo di calcio del "Team Melli" ha causato diversi problemi in Patria. Subito dopo la qualificazione, infatti, migliaia di persone si sono precipitate in strada a festeggiare e questo non è piaciuto al governo di Teheran che non vede di buon occhio le adunate con uomini e donne nello stesso luogo, con conseguente divieto di adunanza in rispetto ai rigorosi principi islamici. Ci sono poi le questioni legate all'approccio alla competizione. L'Iran ha, infatti, boicottato il programma di preparazione stilato dallo stesso tecnico portoghese comprese le amichevoli per cui pare non ci fossero soldi. Gli unici test pre-mondiali sono state rimediati dall'allenatore e hanno visto il confronto con Trinidad e Tobago, Angola e Mozambico, non propri i migliori sparring-partner in vista di un appuntamento tanto importante. C'è poi il problema delle maglie da gioco che, a quanto pare, sono davvero in numero esiguo tanto che i calciatori dell'Iran hanno avuto ordine di non scambiare le proprie divise di gioco al termine delle partite.
Oltre a disinteresse e paura, però, ci sono da battere anche gli avversari sul campo. I primi sono i giocatori della Nigeria, tutti grandi giocatori che giocano in importanti squadre europee così come ha spiegato anche il tecnico Carlos Queiroz, conscio di come poi, le 2 partite successive, prevedano la presenza di Argentina e Bosnia. Auguri!
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