Italia, gol record e pari da arrossire

Tante ombre e poco gioco a cinque giorni dal debutto con il Messico in Confederations Cup. Con Haiti finisce 2-2. Quei sottotitoli strampalati della Rai: VIDEO

Italia, gol record e pari da arrossire

Haiti sarà mica una nazionale di calcio? Il dubbio è venuto a buona parte degli italiani davanti alla tv, quando l'Italia di Prandelli dopo 19 secondi era già in vantaggio contro i calciatori caraibici, manco fossero un gruppo di dilettanti capitati nel campetto sbagliato al momento sbagliato. Analisi affrettatissima.
Perché dopo il rapidissimo gol di Giaccherini (il più veloce della storia della Nazionale, battuto il precedente record di Salvatore Bagni), gli azzurri si addormentano e i ragazzi di Blake Cantero raggiungono un pareggio storico, rimontando due gol di scarto e consegnandoci una figuraccia internazionale mica da ridere.

Chi c'era si ricorderà di un certo Sanon, che al Mondiale 1974 interruppe l'imbattibilità di Dino Zoff dopo 1.133 minuti, rischiando pure il colpaccio (finì poi 3-1 per noi in rimonta). Da allora Haiti non ha più giocato con l'Italia, è al 63esimo posto nel ranking Fifa (meglio, per dire, di Camerun, Polonia e Austria) e ha ben figurato con la Spagna campione di tutto a Miami (onorevole sconfitta per 2-1). Ma da qui a immaginarsi di non vincere ce ne passa. Prandelli a fine gara parlerà senza mezze misure di «brutta figura». Per la verità, ieri ha fatto qualche figuraccia anche la Rai.

Prandelli opta per una Nazionale sperimentale: 4-3-3 senza i big, da Buffon a Pirlo. Anche Balotelli, pizzicato al primo giorno brasiliano nella splendida Ipanema a palleggiare a bordo oceano con El Shaarawy, va in panchina in attesa di impegni più probanti. Nella tarda serata di lunedì (in Italia era già notte) Balo aveva ricevuto la visita di Roberto Dinamite, presidente e mito del Vasco da Gama. L'ex bomber della Seleçao voleva conoscere SuperMario e fargli sentire il suo appoggio nella crociata contro il razzismo nel calcio. «Sarebbe bello averlo in squadra con noi un giorno», il commento finale, prima di regalare all'azzurro una maglia del Vasco. Adriano Galliani penserà si stia allargando un po' troppo: per ora Balotelli è saldamente al Milan.

Sarà che siamo in Brasile, ma allo stadio Sao Januario il clima è davvero da spiaggia. Sole, spalti deserti e perfino la prima guardalinee donna a sbandierare una partita della Nazionale. E balneare è anche l'atteggiamento iniziale della difesa di Haiti, che crolla subito come un castello di sabbia. Diamanti lancia Candreva sulla sinistra, cross in mezzo e Giaccherini è lesto a battere Montrevil. Per il piccolo centrocampista della Juventus è il primo gol in maglia azzurra. L'allegria caraibica continua e la sensazione (errata) è che l'Italia possa subito prendere il largo. Montrevil all'11' vola a negare la rete a Candreva. Il laziale è attivissimo a inizio gara. Dal canto suo Haiti si affida, invece, a folate isolate, accompagnate dalle grida d'incitamento dello scarso pubblico presente. Sirigu al 23' deve mettere i pugni su un tiro da fuori di Maurice. Il resto del primo tempo è di una noia mortale, perché l'Italia all'improvviso si spegne. Gilardino, da punta unica, segna solo in fuorigioco e per il resto non riesce a incidere: al 42' cicca da pochi passi il pallone crossato da De Sciglio, che finisce la sua corsa sul palo.

Nel secondo tempo gli allenatori danno il via alla solita girandola di cambi e incredibile a dirsi, è Haiti a dare vivacità alla gara. L'Italia è lenta e pure un po' svogliata. Marchetti se la vede brutta in due-tre occasioni. Poi Marchisio al 27' fa il 2-0 con un tap-in dopo il destro di El Shaarawy respinto dal portiere e sembra chiudere la gara. Altra analisi affrettata.

Il rigore di Saurel al 40' e il gol del carneade Peguero in pieno recupero riscrivono la storia della gara. E pure quella della piccola Haiti calcistica. A Prandelli, invece, servirà tutt'altra Italia in Confederations Cup.

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