Al teatro di Groningen un Italbasket con tanti guitti in campo non la vorranno più vedere. Neppure noi che ci consoliamo con l'esordio positivo del diciassettenne Nico Mannion. Certo gli olandesi si sono divertiti perché questo 81-66 finale è zucchero filato per chi aveva perso 25 delle 26 partite precedenti contro Azzurra, ma di certo saranno rimasti sorpresi anche loro nel vedere i veterani di una squadra che a Treviso li aveva strabattuti fare scena muta sul legno olandese: 0 punti per il capitano Aradori, inguardabile come quasi tutti in una serata da torneo estivo. Troppa gente con la voglia di mare e Sacchetti si è trovato davvero nelle mani soltanto pulci saltatrici.
La via della seta che porta al mondiale in Cina si complica un po' per l'Italia che chiude con 4 vittorie su 6 partite portandosi dietro una dote scarsa per la seconda fase quella di settembre dove incontreremo Lituania, Ungheria e Polonia. Avevamo bisogno di una dote più ricca, ma questi sono i tempi per Azzurra, per un movimento dove la Nazionale interessa soltanto a pochi.
Ieri a Groningen due sole note positive: l'esordio del figlio di Pace Mannion, un rosso da combattimento, 9 punti in quasi 30 minuti, l'unico, insieme a Burns, a cui compagni più esperti scaricavano tutte le patate bollenti. Certo ha sbagliato anche tanto, ma avercene di ragazzi così, o, magari, come Abass che ha finito con 18 punti.
I saggi, quelli che inventano realtà inesistenti nel teatrino del basket italiano, chiedono di non calcare troppo la mano su una sconfitta di cui ci si dovrebbe vergognare, ma prove insipide come quelle di Aradori, Polonara, Tonut
lasciano perplessi. Contro la Croazia, che ieri ha eliminato la Romania, l'ambiente aveva dato almeno un po' di forza mentale, a Groningen sotto il vestito non c'era davvero niente. Triste e speriamo che qualcuno capisca.
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