Missione fallita o quasi. Se l'obiettivo dichiarato è il successo sull'Armenia per presentarsi il 6 dicembre, giorno del sorteggio mondiale in Brasile, con in tasca un gettone d'oro, il pareggio di ieri sera a Napoli (dove gli azzurri non vincono da 13 anni), lascia l'Italia in bilico fuori dall'urna delle teste di serie. Partita bene, nel girone, conclude maluccio: due pareggi consecutivi contro Danimarca e Armenia, 4 gol subiti, troppi per i gusti di una squadra che punta ad arrivare sul podio o nelle vicinanze dopo il terzo posto in Confederation cup. C'è allora delusione nelle parole del ct e nei visi degli azzurri: molti di loro, per esempio Astori, poi Pasqual, Marchetti, Aquilani invece di raccogliere consensi finiscono nelle pagelle dei bocciati. «Siamo partiti malissimo, 10 minuti imbarazzanti, regalato il secondo gol» la chiosa di Prandelli. Da salvare solo Balotelli, oltre a Insigne e a Florenzi, tre giovani che possono garantirci un futuro molto azzurro.
Due su undici. Due azzurri (Montolivo e Osvaldo) su undici confermati al ritorno da Copenaghen per l'Armenia, tutti gli altri hanno forze fresche da spendere e qualche aspettativa da soddisfare. Ma dal ribaltone di Napoli invece di veder sgabbiare una Nazionale piena di voglia e di energie, spuntano errori a ripetizione che portano all'inevitabile vantaggio dei rivali in gol dopo 5 minuti con Movsisyan pronto a capitalizzare uno sfondone di Aquilani. I tanti cambi producono qualche effetto virtuoso (Insigne e Florenzi regalano giocate sopraffine e una intesa inaspettata) ma anche delle voragini, specie tra difesa e centrocampo, dove Montolivo, Pirlo e Aquilani hanno una elevata cifra tecnica ma caratteristiche poco adatte per la fase difensiva. Di qui i lamenti pubblici di Bonucci che richiama i suoi a opportuni recuperi. Roma-Napoli di venerdì sera ci regala una strepitosa ante-prima col dialogo sull'asse Insigne-Florenzi, ricamo perfetto utile all'1 a 1 del romanista, di testa, su imbeccata del napoletano. Che è il più attivo in attacco e anche il più ispirato nel primo tempo: scheggia un palo, dribbla e sfiora un paio di volte il bersaglio. Dev'essere l'aria di casa a conferirgli sicurezza e smalto. Si spegne alla fine, come un fuoco d'artificio.
Quando arriva l'ora di Balotelli si scopre che anche Napoli lo ama, a dispetto dell'immaginario collettivo, eppure l'Italia si complica ancora di più la serata e il futuro sorteggio con una prova colma di disattenzioni e scarabocchi, tipo quello di Marchetti che prima non tiene una palla comoda, poi su angolo si lascia beffare in quota dal talento più interessante dell'Armenia, Mikhitharyan. Mario, che pure è svuotato dall'attacco gastroenterico, non passa mai inosservato. Fa il suo e anche qualcosa di più. Il gol del 2 a 2, tanto per cominciare. Poi un altro sigillo annullato, una discesa tutto da solo contro 4 rivali con palo sfiorato, quindi un paio di randellate dal limite che sfiorano la porta. Non gli si può chiedere di più in poco più di mezz'ora e col fisico debilitato.
Prandelli lancia nella mischia anche Pepito Rossi dopo Candreva, non gli fa certo difetto il coraggio, semmai l'organizzazione difensiva e forse l'assortimento di una squadra tutta nuova per non risultare macchinosa e insicura. Ora bisogna attendere qualche ora per conoscere la geografia del mondiale. «Non mi preoccupo, anche all'europeo non eravamo testa di serie». Partendo da dietro le quinte arrivò solo dopo la Spagna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.