La sconfitta numero 100 si materializza con un cartellino rosso. Non è quello che ci sbatte fuori dal torneo ma per ora è solo quello che ci condanna a giocare in 13 contro 15 contro un'Irlanda di seconda fascia. Farrell si prende il lusso di parcheggiare Sexton in panchina. E per mettere le mani sul match bastano 5 minuti: Faiva rimpiazza Lucchesi out per infortunio alla spalla. Dieci minuti in campo prima di un placcaggio (spalla sul collo dell'avversario) che gli fa scattare il rosso diretto. Senza tallonatore di ruolo si va avanti con le mischie no-contest ovvero un altro uomo in meno con Halafihi costretto ad uscire per far entrare Ivan Nemer, un'altra prima linea («era una situazione fuori dal nostro controllo, non potevamo farci nulla» le parole del ct Kieran James Crowley). Come dire, regalo più grande l'Irlanda non poteva averlo. Finisce 57 a 6, con 9 mete a 0 e due calci che nel primo tempo Padovani e Garbisi spediscono in mezzo ai pali. I padroni di casa ci mettono 37 minuti a chiudere i conti e conquistare il punto di bonus. Poi è accademia, grandi sorrisi e pacche sulle spalle. L'Italia ci prova ma la sfida è frustrante perché ci puoi provare quanto vuoi ma con due persone in meno non bastano neanche i miracoli.
Se non altro c'è la buona volontà a sorreggere gli azzurri che non vincono nel torneo da 7 anni e che hanno prenotato il decimo cucchiaio di legno della loro storia nel championship. Ci danniamo soprattutto in difesa ma le batterie si esauriscono presto.
L'Irlanda preme e taglia la nostra difesa appena esplora le linee esterne. Tutto troppo facile. Ora la prossima stazione della via crucis azzurra sarà la Scozia a Roma con l'emergenza tutta in prima linea. Lucchesi out, Favia squalificato come pure Riccioni e Ferrari indisponibili.
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