
Dietro gli occhiali c'è tutta la voglia di rompere il ghiaccio. Tre partite in trasferta con Inghilterra, Italia e Irlanda. È sulla graticola per la scelta di aver richiamato in squadra Auradou e Jegou ma eccitato dall'idea di ritrovare in squadra l'oro olimpico di capitan Dupont. Fabien Galthié, ct dei francesi (ieri sera il debutto contro il Galles) prende con le molle anche l'Italia. Non si fida di quello che ha visto durante i test di novembre. Brucia il secondo posto della passata stagione ma forse brucia di più il pareggio di Lille (13 a 13) contro gli azzurri, il palo colpito da Paolo Garbisi che ha salvato la sua nazionale dalla inevitabile polemica. «Gli azzurri li devi prendere con le molle spiega sono cambiati, hanno messo molta sostanza nel loro gioco sia in fase offensiva che in difesa. Non è mai facile affrontarli anche perché con loro non hai grandi punti di riferimento. Lo scorso anno non si può dire che sia stata solo colpa nostra. Non entro nel giudizio su Gonzalo Quesada. Qui in Francia lo conosciamo bene. È un coach con le idee molto chiare e sul campo si vede eccome».
La sua Francia incontrerà l'Italia all'Olimpico di Roma il 23 febbraio. In passato è arrivato a un passo dalla panchina azzurra anche lui. La Fir lo aveva cercato ai tempi della presidenza Dondi poi la scelta si indirizzò sul sudafricano Nick Mallett. Il rugby moderno è anche questo, il Sei nazioni si rifà il look ma certe abitudini non cambiano. In Francia, ad esempio, mettere nel mirino l'allenatore alla prima sconfitta è una storia vecchia come il ferro della Tour Eiffel. Ma lui non si preoccupa e va dritto per la sua strada. «Per l'Italia, il torneo servirà a capire se nel cesto c'è qualcosa di più di quello visto a novembre». Una vittoria (contro la Georgia) e due sconfitte (Argentina e All Blacks) con qualche meta di troppo lasciata agli avversari. «Sarà una bella partita quella di Edimburgo ma attenzione a credere che le assenze scozzesi possano pesare. Loro giocano a memoria, in pratica è una intera nazione a giocare alla stessa maniera. Se tiri il freno possono diventare pericolosi. I miei favoriti? Nel Sei nazioni non puoi fare pronostici. Sono troppe le variabili a cominciare dagli infortuni».
L'Italia per ora conferma Allan, Capuozzo e Ioane nel triangolo ali-estremi e non si discosta dal mantra di Quesada che si copre parecchio in mischia anche in panchina. Dopo i test di novembre la crisalide azzurra ancora non si è trasformata in farfalla. La Scozia quando gioca in casa è un cliente difficile. Finn Russell è l'uomo da tenere d'occhio per la sua capacità di invertire la difesa in pericolose fasi d'attacco. «Quesada non ha bisogno di consigli chiude Galthié . C'è un solo modo: l'intensità da mettere in campo dal primo all'ultimo minuto. Una ricetta che sanno tutti.
Se fai la tua parte, poi non ci sarà spazio per i processi sui giornali e magari riuscirai a segnare anche un punto in più degli avversari». Per pensare all'Italia c'è ancora tempo. Non sarà la prima giornata del torneo a decidere chi solleverà la coppa.Tv: Scozia-Italia ore 15,15 Rai2 e Sky
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