Jakobsen miracolato d'oro, l'Italbici deraglia

Trionfa l'olandese che 2 anni fa si schiantò in gara ricevendo l'estrema unzione

Jakobsen miracolato d'oro, l'Italbici deraglia

Che ci mancasse una vera locomotiva lo sapevamo in partenza, anche perché un Cipollini o un Petacchi non lo si inventa dall'oggi con il domani, ma in cuor nostro sapevamo di avere un trenino da fare invidia al mondo, seppur in gioco ci fosse la maglia stellata di campione d'Europa.

Invece, niente. Nella prima uscita ufficiale della nazionale di Daniele Bennati, non solo manca la locomotiva (Elia Viviani 7°, ndr), ma anche un treno che in pratica perde un vagone a due giri della fine (Jonathan Milan in giornata no, ndr) e poi deraglia letteralmente a 500 metri dal traguardo, quando tutto lascia presagire ad almeno una volata, che in pratica i nostri nemmeno arrivano a fare.

Dopo i quattro centri in fila dell'era Cassani, nell'albo d'oro continentale entra per la prima volta nella storia l'Olanda, e lo fa con la sua freccia migliore: Fabio Jakobsen. Sì, proprio il 25enne velocista che due estati fa finì in coma ed ebbe l'estrema unzione in Polonia dopo esser stato sbattuto oltre le transenne dal connazionale Groenewegen. Fabio nome voluto dai suoi genitori per ricordare Fabio Casartelli, campione olimpico a Barcellona e morto al Tour nel'95 - vince da favorito, dopo essersi presentato in Baviera con undici successi stagionali, compreso il primo sprint del Tour. Battuto il transalpino Arnaud Demare, come due anni fa da Nizzolo e il belga Tim Merlier.

Dopo una corsa al risparmio, la prima Nazionale del ct Bennati evapora nel momento chiave. Viviani (che poi si consolerà su pista rivincento il titolo della corsa ad eliminazione) e Dainese, le nostre punte, alla fine settimo e undicesimo, restano intruppati nelle retrovie e assistono allo spettacolo come invitati di lusso. «Avevamo i numeri giusti, ma li abbiamo sfruttati un po' male: gli avversari ci hanno sfruttato bene», ammette con onesta lucidità l'olimpionico di Rio. In verità anche altri due grandi vecchi, come Matteo Trentin (sicuramente il migliore degli azzurri, ndr) e Jacopo Guarnieri, non nascondono a loro volta ciò che nel finale di corsa non è funzionato. «Ci siamo chiaramente disuniti», dicono.

Chiaro anche il Ct Daniele Bennati: «Sapevamo che non dovevamo sbagliare niente per combattere con chi era più forte di noi ha spiegato il tecnico aretino -.

Purtroppo ci sono state delle incomprensioni e l'assenza di un uomo come Milan, a causa di problemi fisici, negli ultimi due giri si è fatta sentire».

Ordine d'arrivo: 1) Fabio Jakobsen (Olanda); 2) Arnaud Demare (Francia); 3) Tim Merlier (Belgio); 7) Elia Viviani; 9) Alberto Dainese (Italia).

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