La Juve non stecca mai. Fa 30 nel suo fortino

Mandzukic causa l'autogol, Alex Sandro la chiude: trenta vittorie di fila in casa

La Juve non stecca mai. Fa 30 nel suo fortino

Le altre possono anche frenare. La Juventus no. Soprattutto in quel fortino chiamato Stadium dove ha raccolto la bellezza di trenta successi consecutivi in campionato. Chi passa da lì diventa giocoforza vittima sacrificale. Questa volta tocca all'Empoli, e guai a pensare «Beh, era una gara facile». Lo era sulla carta, lo è stata di fatto ma è proprio da queste partite che vedi la fame e la voglia di vincere che soltanto le squadre veramente grandi hanno.

Perché in avvio non è la solita Juventus dello Stadium. Non è quella squadra che in venti minuti annichilisce l'avversario e mette subito le cose in chiaro. Domina per larghi tratti ma soffre, anche, l'Empoli ma soprattutto sé stessa. Tanti errori, imprecisioni, giocate approssimative e non da Juve. Non è un caso che il gol fatichi ad arrivare, anche se Higuain prima e Mandzukic poi, che solo davanti a Skorupski lo salta ma non riesce a concludere. Loro, i due attaccanti «solitari» orfani di Dybala lasciato a riposare in panchina così come Buffon. Alibi ce ne sono: il calo di tensione post Champions League, il rientro ad ostacoli con un solo allenamento sulle gambe, l'impegno non certo tra i più stimolanti e, magari, anche qualche strascico silente del caso Bonucci, di nuovo in campo dopo la tribuna punitiva di Oporto e anche capitano negli ultimi 12 minuti dopo l'uscita dal campo di Marchisio.

Molto merito va alla squadra di Martusciello che a differenza di molti che in casa Juve si chiudono a riccio e rinunciano a giocare, porta un pressing molto alto con lo scopo di tenere il più lontano possibile i pericoli ma anche di fare male con le ripartenze. Parate vere Neto non deve farne ma la partita diventa gradevole anche per l'atteggiamento dell'Empoli.

È nella ripresa che però la musica cambia. La Juve torna ad essere la Juve, impone il ritmo e la legge dello Stadium. Una legge soltanto traslata dal primo al secondo tempo. Sette giri di lancetta, Cuadrado pennella dalla destra, Mandzukic ricorda bene come si fa il centravanti, colpo di testa imperioso, carambola traversa-Skorupski e Juve in vantaggio. Tecnicamente trattasi di autogol del portiere empolesi ma applausi e merito vanno al croato. Higuain non punge? Nessun problema. Minuto 19 Alex Sandro si veste da attaccante, movimento perfetto spalle alla porta e sinistro all'angolino. 2 a 0 e partita in cassaforte.

Entra anche Dybala e, nel finale, l'eroe di Oporto Pjaca. I bianconeri fanno accademia, esagerano coi colpi di tacco e fanno infuriare Allegri.

Ma è il gioco delle parti tra giocatori e allenatore. Perché in fondo Max non può che essere felice della sua squadra. Poco importa se a fine stagione non resterà in bianconero. Quel che conta, per ora, è non fermarsi. E questa Juve sembra non averne nessuna intenzione.

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