L'operazione "Last banner" condotta dalla Digos di Torino ha letteralmente messo in ginocchio la curva sud della Juventus e ancora non è finita qui. Questa indagine è stata preparata per circa un anno ma è scattata ufficialmente lunedì 16 settembre con l'arresto di 12 esponenti di spicco del tifo organizzato bianconero tra cui il capo dei Drughi, Dino Mocciola, ed altri personaggi facenti parte di gruppi come "Tradizione-Antichi valori", "Viking", "Nucleo 1985", "Quelli...di via Filadelfia".
Le accuse mosse verso questi dodici ultrà sono gravissime e vanno dall'associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio, fino ad arrivare alla violenza privata. In sei sono finiti in carcere, Mocciola appunto, Salvatore Cava, Domenico Scarano, Umberto Toia, leader di Tradizione, Luca Pavarino, Sergio Genre. In quattro sono finiti agli arresti domiciliari: Fabio Trinchero, Giuseppe Franzo, Christina Fasoli, Roberto Drago e infine in due hanno avuto l'obbligo di dimora: Massimo Toia e Massimo Corrado Vitale.
Naturlmente la Juventus si è costituita parte lesa in questa assurda vicenda ed il tutto è venuto a galla proprio grazie alle preziose denunce del club di corso Galileo Ferraris. Questa strategia criminale pare sia iniziata alla fine della stagione 2017-2018 quando la società bianconera decise di non concedere più "favoritismi" agli ultrà che chiedevano cose assurde come ad esempio 25 biglietti a partita per ogni gruppo, tagliandi gratis agli striscionisti, agevolazioni nell'acquisto dei biglietti, un borsone con materiale sportivo all'interno e inviti alle feste della società.
I dodici arrestati, però, sono solo una piccola goccia nel mare con il Questore di Torino che ha emesso altri 38 Daspo nei confronti di esponenti di rilievo all'interno del tifo organizzato della Juventus e per la
prima volta la mano è stata davvero pesante con procedimenti con durata decennale. Alle 10:30 di oggi presso la Sala Faraoni della Questura di Torino verrano resi noti i particolari di questo nuovo provvedimento.
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