Kroos all'ultimo assalto evita alla Germania la legge della Svezia

Scandinavi in vantaggio, pareggia Reus, poi i tedeschi passano a un attimo dal baratro

Kroos all'ultimo assalto evita alla Germania la legge della Svezia

La Germania rimane aggrappata al Mondiale grazie a Marco Reus e Toni Kroos. Il primo è l'uomo del destino, ma anche l'uomo a cui il destino sta restituendo parte di ciò che gli aveva tolto, visto che l'attaccante del Borussia Dortmund aveva perso sia il Mondiale 2014 che l'Europeo 2016 per infortunio. Kroos invece regala all'ultimo respiro il successo ai tedeschi su punizione. Il mediano sembrava la pecora nera di un blocco Real Madrid che, da Ronaldo a Modric, da Navas a Varane, sta finora disputando un bel Mondiale, visto che aveva causato il vantaggio svedese. Palla sanguinosa persa sulla propria trequarti con un appoggio supponente, quindi pessima chiusura (con la complicità di Boateng) su Toivonen, abile nel superare Neuer con un pregevole pallonetto. La Germania viene bucata da un attaccante che nell'ultima stagione in Francia nel Tolosa ha realizzato la bellezza di 0 reti in campionato. Miglior fotografia del malessere teutonico non ci potrebbe essere.

La Germania del primo tempo è indifendibile sotto ogni profilo, ma colpisce soprattutto la mancanza di nerbo e la scarsa coesione. La Svezia per contro è il calcio nella sua essenza più basica: 4-4-2, difesa, occupazione militare degli spazi (i movimenti senza palla della squadra ricordano quelli di una testuggine romana, che concede qualcosa sugli esterni ma è un blocco monolitico in mezzo) e contropiede.

Germania salvata nel primo tempo da Neuer, ma anche dal mancato utilizzo del Var da parte dell'arbitro, con Berg trattenuto e spinto al momento di calciare solo davanti a Neuer. Sarebbe stato rigore ed espulsione. Poi è arrivato il momento di Reus, abile nel colpire a centro area su cross rasoterra di Werner (molto bene a sinistra), spostatosi sull'esterno dopo l'ingresso di Mario Gomez. Molto criticato dalla stampa tedesca per il disastro tattico contro il Messico, Loew ha dimostrato di avere ancora frecce al proprio arco indovinando nell'intervallo il cambio che ha rimesso in carreggiata i suoi. È un po' la storia della sua carriera da ct della Germania, che dura ormai da 12 anni, e costruita attraverso un percorso di crescita costellata anche da errori. Dai quali però Loew ha sempre dimostrato di riuscire ad affrancarsi, trovando la soluzione giusta anche nei momenti più difficili. E in Russia sta vivendo proprio quello più duro di tutti.

Loew aveva lasciato fuori Khedira e Ozil, quest'ultimo diventato un po' il capro espiatorio del disastroso inizio tedesco, vista la ferocia delle critiche («ha le movenze di una rana morta», ha detto di lui l'ex nazionale Basler) piovutegli sul capo. Una decisione anche simbolica da parte di Loew, visto che nelle ultime 26 partite disputate dalla Germania in un Mondiale o in Europeo, Ozil è sempre partito dall'inizio. Toccare un intoccabile per scuotere la squadra dal torpore: il ct tedesco ha deciso di giocarsi così il dentro o fuori contro la Svezia. Lo ha aiutato l'uomo del destino Reus e uno dei peggiori in campo, Kroos. L'ultima volta che la Germania è uscita al primo turno dei Mondiali, a capo del paese c'era un certo Adolf Hitler.

Accadde 80 anni fa, nel 1938, ma nelle ultime edizioni della coppa del mondo sembra gravare una maledizione sulle detentrici del trofeo, visto il disastro nel quale sono incappate l'Italia nel 2010 e la Spagna nel 2014. I tedeschi però, fedeli alla loro storia, l'hanno sfangata ancora una volta.

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